AIELLI E DE MARCHIS: NUOVO TRIBUNALE AL PALAZZO M

24/09/2009 di

di ALESSANDRO AIELLI e GIORGIO DE MARCHIS *

E’ sbagliato destinare il Palazzo M a sede di rappresentanza dell’Università, una volta lasciato dalla Guardia di Finanza. L’università non può essere uno “spezzatino” da spargere a casaccio sul territorio comunale: occorre una visione d’insieme che tenga uniti tutti i vari aspetti della vita universitaria la quale, per sua natura e vocazione, richiede unità e compattezza.

E intanto un’altra Istituzione, quella che si occupa dell’amministrazione della Giustizia, vive una situazione limite in termini di criticità dovuta al sovraffollamento dei locali. Un livello di criticità non riscontrabile in nessun altro ambiente pubblico o privato, sul quale occorrerà riflettere seriamente e spendere qualche considerazione, anche in vista della imminente pandemia influenzale che si preannuncia piuttosto virulenta.

Il Palazzo M rimane la sede più appropriata – al momento l’unica e l’ultima disponibile in base a quelle che sono le prospettive e le previsioni nei prossimi 10-20 anni che non lasciano intravedere la possibilità di nuova edilizia giudiziaria – per risolvere, o almeno tamponare, il problema destinato ad acuirsi col trascorrere del tempo, del sovraffollamento dei locali del Tribunale, utilizzando una sede quantomeno centrale e non troppo distante.

La Giustizia infatti, nonostante i proclami futuristici che ormai da dieci anni parlano di una “cittadella giudiziaria” che alberga più nei sogni del Sindaco che nella faticosa realtà della vita quotidiana, è destinata anch’essa ad essere ridotta a “spezzatino” a causa delle irrealistiche ed inappropriate scelte urbanistiche dell’Amministrazione Comunale in materia.

Se la prospettiva doveva essere questa – prevista, prevedibile e preannunciata da chi scrive – del congestionamento dei locali e del “turismo giudiziario” al quale gli operatori, specie gli Avvocati, si vedranno vieppiù costretti quando saranno ultimati i locali della Procura della Repubblica in zona periferica decentrata, è dimostrato che sarebbe stato sicuramente meglio e più logico acquistare a suo tempo i locali di Via Ezio dove attualmente si trova la Procura. Peraltro esercitano un diritto di opzione, che invece è sfumato, che prevedeva per il Comune l’indubbio duplice vantaggio di vedersi computati i canoni pagati per l’affitto in conto prezzo di acquisto e di acquisire alla proprietà comunale degli immobili per i quali invece in questi dieci anni circa si è continuato a pagare i canoni di affitto in qualità di conduttore. (* Esponenti del PD)