Giovani Comunisti: petizione per gli aiuti ai figli dei morti sul lavoro

06/03/2011 di
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di CHIARA MODENA *

Apprendiamo con la stessa soddisfazione espressa dall’assessore regionale alle politiche sociali e della famiglia, Aldo Forte, che è stata approvata all’unanimità dal consiglio regionale la proposta, presentata dallo stesso assessore, che porta da 1000 a 3000 euro l’anno le borse di studio a favore dei figli delle vittime degli operatori della Protezione Civile morti in operazioni di soccorso e dei figli dei Vigili del Fuoco morti in servizio. Ammettiamo che ci sfuggiva che la legge interessata all’erogazione delle borse di studio contemplasse anche i figli delle vittime di Nassirya, ma forse questi sono stati aggiunti in un secondo momento.

In una provincia che ha il triste primato delle morti bianche i Giovani Comunisti si chiedono per quale motivo non si tutelino alla stessa maniera i figli delle persone morte sul lavoro. Quale è la discriminante tra i figli dei militari di carriera che partecipano volontariamente ad azioni di guerra ed i figli dei manovali, muratori, operai, e via dicendo costretti a lavorare, per uno stipendio da fame, in condizioni di sicurezza precarie e in molti casi al nero? L’art. 34 della Costituzione sancisce il diritto allo studio garantendolo anche a chi non ha risorse economiche:“…..I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.”. Quindi la Costituzione non fa discriminanti sul lavoro dei genitori ma solo sulla possibilità economica e le capacità ( “…I capaci ed i meritevoli..”).

I Giovani Comunisti di Latina avvieranno una raccolta di firme per una iniziativa di legge regionale per l’istituzione di borse di studio a favore dei figli dei morti sul lavoro che non hanno le possibilità economiche di affrontare gli studi.

* Giovani Comunisti di Latina