Basta braccianti sfruttati, la Caritas: Sportello Legale ha già assistito 120 persone

14/08/2018 di

Le due operazioni della Questura di Latina, a pochi giorni l’una dall’altra, hanno riportato alla luce il tema dello sfruttamento degli immigrati stranieri in agricoltura, un fenomeno tutt’altro che raro nella zona pontina. «Per questo la Caritas della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno esprime il suo rammarico per questa grave situazione che va a danno di altre persone ma anche della stesso territorio», ha dichiarato Angelo Raponi, il direttore della Caritas diocesana, il quale ha espresso poi «la massima solidarietà nei confronti di questi e altri braccianti agricoli che ogni giorno vengono sfruttati nelle campagne pontine per raccogliere i prodotti che poi troviamo anche sulle nostre tavole».

La Caritas pontina già da anni è impegnata su questo fronte, in particolare «prima di ogni cosa con una forte invito al rispetto della dignità del lavoratore ma soprattutto della persona stessa; ciò significa assunzioni in regola, pagare il giusto stipendio ai braccianti, rispettare le normative sulla sicurezza e igiene del lavoro; rispetto delle regole del mondo del lavoro cui invitiamo, ovviamente, per la sua parte anche lo stesso dipendente», ha aggiunto il direttore Angelo Raponi.

Accanto a questa opera di sensibilizzazione, la Caritas diocesana ha avviato anche segni concreti che testimoniano l’attenzione della comunità ecclesiale pontina a questo tema. Lo ha spiegato, in conclusione, sempre Raponi: «Dal 2014, presso il nostro Centro di Ascolto diocesano, abbiamo attivato uno Sportello Legale per gli immigrati, e sono già decine i casi seguiti dai nostri avvocati. Poi, dal 2016 siamo entrati nel progetto Presidio, di Caritas Italiana, attivando un sportello permanente (nel nostro caso un container) a Borgo Hermada (Terracina), dove i nostri volontari e operatori specializzati assicurano ai lavoratori impiegati nel settore agricolo e in evidente condizione di sfruttamento, un luogo di ascolto, di orientamento e di tutela rispetto alla loro situazione giuridica, sanitaria e lavorativa. Non è semplice, per tanti motivi, operare in questo ambito ma col tempo e la conoscenza reciproca stiamo già ricevendo i primi riscontri: ad oggi, oltre 120 persone sono state ascoltate ed accompagnate in un percorso di legalità e giustizia».

indiani-lavoro-campi-terra