LETTERA Visari: Alla scuola Don Milani bambini al freddo

28/11/2015 di
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scuola-don-milani-latina-q4Cara Latina24ore.it

sono trascorse solo poche settimane dalla rumorosa e partecipatissima manifestazione dei genitori della Don Milani, che aveva come obbiettivo quello di garantire il normale svolgimento delle lezioni. E’ così che in pochi giorni le istituzioni hanno fatto ciò che da anni non si faceva: la manutenzione!

Oggi, ci troviamo, in modo altrettanto paradossale, a protestare per un altro motivo “banale”: i bambini della Don Milani sono al freddo. Sì avete capito bene, i riscaldamenti non funzionano. Purtroppo, si è rotta la caldaia. Certo è normale che si possano verificare guasti per carità, non è normale che quando chiediamo conto della caldaia di “riserva”, cioè quella che entra in funzione in assenza della prima, la scuola ci risponde in modo laconico che la caldaia di riserva non funziona da anni.

Ricapitolando:

La caldaia 1 si rompe

La caldaia 2 è già rotta

Arrivano i tecnici a riparare, ma trovano una situazione peggiore del previsto con tanto di infiltrazioni.

Quindi? I bambini sono al freddo!

In questa sede non voglio solo chiedere in modo forte urgenti interventi, ma stigmatizzare una situazione diventata insostenibile per una delle più importanti scuole di Latina. Ormai la Don Milani appare una scuola della peggiore periferia metropolitana, un edificio che presenta continui problemi strutturali completamente dimenticato dalle istituzioni. Trovo inaccettabile che l’unico edifico pubblico del Q4/Q5 versi in tali precarie condizioni.

Sulla Don Milani pensiamo serva qualcosa di più di un intervento di manutenzione ordinaria o straordinaria. Pensiamo che debba diventare il polo di coordinamento delle politiche culturali e sociali dell’intero quartiere. Per questo servirebbe un intervento in grado di aumentare gli spazi e qualificarli, attrezzarli per ospitare un teatro, strutture sportive, laboratori. La scuola Don Milani non deve essere considerata solo la sede della formazione dei ragazzi come avviene altrove. La sua vocazione nel Q4/Q5 è diversa. Riguarda un grande progetto di integrazione di quell’edificio e di quella istituzione con il quartiere e l’oasi verde. Un’oasi verde che non deve più essere solo un prato incolto, ma un polmone per tutta la città. Un progetto al tempo stesso di riqualificazione urbanistica della zona, di interventi strutturali e di azioni socio-culturali.

 

Mauro Visari