M5S al Circo Massimo, niente folla ma il raduno attira interesse

12/10/2014 di

«Non è una Festa dell’Unità» e nemmeno una Woodstock a cinque stelle, non è neppure un congresso per eleggere una nuova
leadership: la tre giorni al Circo Massimo dei Cinquestelle finisce per essere quello che il movimento voleva che fosse. Uno spazio per far incontrare gli eletti, a tutti i livelli, con i cittadini. Non ci sono le folle esultanti del V-day, l’area sottostante il megapalco allestito in fondo all’arena romana non viene mai riempito, ma intorno ai gazebo la gente si ferma, chiacchiera, partecipa ai dibattiti, numerosi, organizzati. Fanno il pienone i gazebo dei Meet-up romani e laziali, quello dei parlamentari europei. Davanti allo stand dei deputati e senatori è stato allestito anche un palco e i parlamentari si alternano ai microfoni per tutto il giorno, sempre con un pubblico consistente, attento e presente nonostante il caldo, il sole, una vera e
propria canicola estiva.

«Non siamo alla Festa dell’Unità» urla Beppe Grillo, dopo che in parecchi tra i media avevano osato paragonare la tre giorni Cinquestelle alle tradizionali feste del Pci prima, e del Pd poi. Niente birra e salsiccia ma cibi vegani, a chilometri zero e acqua pubblica. Anche Grillo e Casaleggio vorrebbero girare tra i gazebo ma vengono travolti dalle telecamere. «Toglietevi
dai coglioni» sibila Casaleggio, mentre affaticato si aggira lungo i tendoni bianchi allestiti lungo l’arena a forma d’Italia. Grillo si lamenta: «Vorrei parlare con loro se non ci foste voi di mezzo» si arrabbia.

Un drappello di attivisti coglie lo spunto e inizia ad inveire contro i media e ad intonare cori da stadio per Grillo: “Olè olè olè” e poi “Venduti”, “Andatevene”, “Beppe cacciali via”, arrivando a dare della “vacca” ad una giornalista un po’ in carne. Pure il leader M5S si stupisce del fervore: “Non sarà mica arrivato Totti!”.

Ma poi dal palco incita la base: “Sono loro che hanno messo una barriera tra noi e voi”. Beppe, alla fine, resta la superstar della manifestazione ma i parlamentari di punta, i vari Di Maio o Di Battista, vengono tallonati passo passo dagli attivisti. Loro chiedono, si interessano, parlano con la gente. Tra gli stand suscita sempre molto l’interesse del pubblico quello della stampante 3D: oggi fabbrica stellette che vengono vendute ad un euro, per far quadrare – insieme agli altri gadget e prodotti venduti – il bilancio della manifestazione.

Meno frequentati i gazebo che pubblicizzano Internet libero o le rinnovabili; curiosità suscita quello che diffonde il giornalino M5S, Il Movimento. “Non è un vero e proprio giornale ma una specie di volantino di propaganda” ammette uno dei redattori, che scommette sulla diffusione sul territorio della testata. Ora costa 60 centesimi a copia ma i costi si ridurranno ancora se la tiratura aumenterà. C’è anche uno stand che propone il lancio di prodotti Doc ‘made in Romà. Tra i gazebo si aggira anche Antonio Di Pietro, uno dei primi promotori dei Vaffa-Day. E alla fine si trova lo spazio pure per i contestatori. Salgono al proscenio i dissidenti di ‘Occupy palcò, chiedono più trasparenza. Ottengono qualche minuto di visibilità: poco o nulla rispetto a Beppe, che moltiplica le sue apparizioni e “benedice” la festa del Circo dall’alto di una gru.