
Furioso con il «traditore» Gianfranco Fini, il senatore Giuseppe
Ciarrapico intervenendo in Aula al Senato durante il dibattito sul discorso
programmatico del premier, si lascia andare a una battuta dal retrogusto antisemita:
«fonderà un partito – attacca parlando del co-fondatore del Pdl – e speriamo che
abbia già ordinato le kippah con le quali si presenteranno».
Il riferimento è al tipico copricapo degli ebrei e sulle sue parole scoppia la
bufera. Ciarrapico più tardi corregge il tiro spiegando di non avere intenzioni
antisemite e che da domani darà in omaggio il catalogo dei libri che ha pubblicato in
difesa della storia di Israele. Non solo, spiega, «io non ho nulla contro gli ebrei,
la mia famiglia ha anche un ‘albero dei giustì, perchè abbiamo difeso e nascosto gli
ebrei quando erano perseguitati».
Le prese di distanza, però, piovono copiose e bipartisan.
L’Unione Comunità Ebraiche chiede a governo e Parlamento di dissociarsi dalle sue
parole; l’assessore dell’Ucei alla cultura, Victor Magiar dice di provare «un
sentimento di sincero disprezzo per così tanta ignoranza». E a stigmatizzare è tutta
l’opposizione mentre anche Fli parla di un «atto gravissimo».
A intervenire per stoppare le polemiche è direttamente il presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi. «Per evitare che una frase sfuggita di bocca a un nostro senatore
possa generare equivoci – puntualizza – voglio dire che in tutta la mia vita sono
stato amico di Israele». E ancora, «la visita che ho fatto ad Auschwitz mi ha
trasmesso un sentimento di solidarietà incancellabile tale che da allora mi sento
istraliano». A prendere le distanze sono anche i ministri degli Esteri e della
Difesa, Franco Frattini e Ignazio La Russa e i capigruppo Pdl a Camera e Senato.
Certo è che la frase incriminata sulle «kippah» arriva a chiusura di un discorso
durissimo del senatore-editore contro il presidente della Camera. Fini e i suoi
senatori sono dei «rinnegati», attacca, e quando si andrà a votare «torneranno
nell’ombra». Così come Fini che «fonderà un partito, speriamo che abbia già ordinato
le kippah con le quali si presenteranno, perchè di questo si tratta: chi ha tradito
una volta tradisce sempre». Quella di Ciarrapico «non è la nostra destra», taglia
corto FareFuturo. E anche Generazione Italia replica con ironia al vetriolo: «Al
camerata Ciarrapico – scrive Gianmario Mariniello, direttore del think thank vicino a
Fini – offriamo in esclusiva una bella kippah griffata Generazione Italia. Deve
comprarla, però. Stia tranquillo, gli faremo uno sconto. E soprattutto una regolare
fattura. Dato il curriculum del camerata Ciarrapico, non si sa mai…».