AL VIA CHIUSURA PER 200 CAMPI ABUSIVI A ROMA

31/08/2010 di

Chiusura dei 200 accampamenti abusivi dei rom nella Capitale e ordinanze per obbligare i privati a mettere in sicurezza le aree che potrebbero essere rioccupate. A Roma entro, una settimana, partirà un piano per lo sgombero e la chiusura dei campi abusivi. Dopo la tragedia della scorsa settimana nell’insediamento della Magliana, dove un bimbo rom di tre anni è morto carbonizzato a causa di un incendio, la Prefettura e il Campidoglio corrono ai ripari per evitare il ripetersi di altre disgrazie. Ad annunciare i nuovi provvedimenti è stato lo stesso sindaco di Roma Gianni Alemanno, dopo un vertice in Prefettura assieme alle forze dell’Ordine ed a quelle della municipale, dove si è parlato anche dello stato di attuazione del piano nomadi. Ma il Sindaco ha anche invocato la necessità di una strategia europea. Alemanno solleciterà Roberto Maroni, in vista dell’incontro del ministro dell’Interno con il suo omologo francese la prossima settimana, affinchè metta «sul tavolo dell’Unione Europea la creazione di un piano nomadi complessivo che regoli i flussi favorendo condizioni di vita migliori». Nella Capitale, dopo una prima riunione che si terrà entro mercoledì tra la Polizia e i Carabinieri per confrontare i dati, si comincerà con la chiusura degli accampamenti abusivi ritenuti più pericolosi e con l’offerta di accoglienza a tutti gli sgomberati che ne avranno bisogno. Nel mirino delle ruspe ci sono i cosiddetti microcampi «dove spesso – è stato detto oggi durante il vertice – avvengono disgrazie» e che versano in condizioni igienico- sanitarie precarie: sono stimati in 150-200. I primi ad essere smantellati saranno probabilmente quelli più a rischio per la sicurezza dei suoi stessi abitanti, per le condizioni in cui versano e per la situazione di allarme sociale che provocano. Parallelamente il piano nomadi andrà avanti ed è prevista la chiusura di tutti i campi tollerati. Ma la lotta agli insediamenti abusivi passerà anche per la prevenzione, attraverso una «pressione costante, in modo che il fenomeno venga ridotto progressivamente». Perciò i privati saranno obbligati a mettere in sicurezza le proprie aree, per evitare la creazione di campi spontanei che rischiano di diventare pericolosi. Lo stesso accampamento abusivo dove è morto il bimbo rom di tre anni era sorto cinque anni fa in un’area privata fin da allora priva di recinzioni. «Faremo delle ordinanze per obbligare i privati a mettere in sicurezza le aree occupate da insediamenti abusivi, in modo da evitare che si ricreino dopo lo sgombero», ha detto Alemanno, pur spiegando che «non è sempre possibile impedire la ricreazione di nuovi campi».