LAZIO, ESORDIO DEL CONSIGLIO GUARDANDO ALL’UDC

12/05/2010 di

«L’Udc? Oggi ha votato in coalizione, da questo momento in avanti lavoriamo per un accordo che sarà perfezionato nei prossimi giorni». È soddisfatto il presidente della Regione Lazio Renata Polverini al termine della prima seduta del consiglio regionale che ha aperto ufficialmente la IX Legislatura. Il nuovo Consiglio alla sua prima seduta ha eletto i suoi vertici e questo è stato anche un test per la tenuta della maggioranza, in vista dell’atteso ingresso in giunta dell’Udc. Alla guida dell’Aula è stato eletto il Pdl Mario Abbruzzese. Vicepresidenti, senza sorprese, sono stati eletti Raffaele D’Ambrosio dell’Udc e Bruno Astorre del Pd, mentre segretari sono da oggi Gianfranco Gatti (Lista Polverini) e Isabella Rauti (eletta nel listino) per la maggioranza; l’opposizione ha invece indicato Claudio Bucci (Idv). All’elezione di Abbruzzese si è arrivati solo alla terza votazione, anzi alla quarta perchè il terzo scrutinio è stato annullato per alcuni equivoci procedurali. Ma non è stata l’unica polemica che ha scandito la giornata. La prima in apertura, quando il presidente provvisorio Claudio Fazzone ha invitato a parlare il sindaco di Roma Gianni Alemanno, suscitando il disappunto di Giulia Rodano (Idv) ma anche di Francesco Storace. E lo stesso Fazzone è stato contestato dalle sinistre che gli imputavano una causa di incompatibilità, stigmatizzando inoltre la scarsa segretezza delle operazioni di voto e sottolineando come sulla composizione del Consiglio sia ancora pendente un giudizio del Tar. «Noi – ha esordito Abbruzzese – rappresentiamo tutti i cittadini, dobbiamo garantire equilibrio tra i territori: il Lazio è una regione vasta ma deve restare una e solidale. Vorrei portare il Consiglio nelle province». Ma l’elezione di Abbruzzese è stata messa nel mirino dal capogruppo del Pd Esterino Montino, che ha sottolineato come la maggioranza che l’ha sostenuto sia stata meno ampia di quanto aspettato: «Il presidente ha perso in corso d’opera 5 voti della maggioranza che partiva da 45 – ha spiegato – Tenuto conto che il quorum era 38, i 3 consiglieri su cui pende la decisione del Tar sono stati decisivi: se i giudici ci daranno ragione il 10 giugno chiederemo di invalidare la seduta». Polverini, però, non sembra preoccupata dai ‘franchi tiratorì: «L’importante è aver eletto il presidente, ora possiamo iniziare a lavorare». Nel corso della sua lunga relazione all’Aula ha assicurato che «non deluderà la richiesta di rinnovamento che gli elettori hanno lanciato alla politica votandomi. Il Lazio – ha aggiunto – deve svolgere un ruolo decisivo per l’attuazione del federalismo fiscale. I miei capisaldi? Rispetto del mandato, dei cittadini e del personale. Mi confronterò con la minoranza: il dibattito non si esaurisca nella polemica mediatica». Stop agli sprechi e razionalizzazione della macchina amministrativa poi nella ricetta della governatrice, oltre a una promessa: «Basta essere tra gli ultimi in Europa». Ma l’amministrazione Polverini ha ancora un appuntamento, quello del completamento della giunta. Il nodo, che sarà sciolto con ogni probabilità nei prossimi giorni, resta sempre quello: l’Udc vorrebbe esprimere due uomini, probabilmente Aldo Forte e Luciano Ciocchetti, ma i maschi in giunta sono già 11 (il tetto massimo), per cui dovrà essere rimpasto. Sì, ma chi uscirà? Il criterio potrebbe essere quello dei doppi incarichi: fuori chi è già consigliere regionale. Gli occhi sono puntati perciò su Antonio Cicchetti (ex An) e Francesco Battistoni (ex FI). Intanto il sindaco Alemanno ha mandato un invitante messaggio: «Mi auguro che non solo in Regione ma anche in Comune si possa fare questa alleanza. Ne parleremo a settembre quando ci sarà l’allargamento in giunta di Roma Capitale».