Roma, 16enne si lancia dalla finestra: deriso perché gay

30/05/2013 di

Un salto nel vuoto per cercare di zittire per sempre risatine e sfottò perchè era gay. Via dagli assilli sulla sua diversità. Che nonostante tutto viveva attraverso le fantasie di un personaggio manga. C’è un dramma nascosto dietro il gesto di un ragazzino di 16 anni, che oggi a Roma si è lanciato da una finestra al terzo piano di una scuola. Lo studente, finito su un’auto parcheggiata ai piedi dell’istituto, per fortuna non è in pericolo di vita ma ha alcune fratture ed è ricoverato in ospedale. Lo ha fatto perchè non ne poteva più di essere deriso per la sua omosessualità – hanno spiegato gli amici del 16enne agli investigatori – ed era stanco dell’atteggiamento di suo padre, che per questo motivo a volte si comportava in modo violento con lui. La sua scuola è sotto choc. Il ragazzo è stato anche ascoltato dal pm della Procura di Roma, Eugenio Albamonte. La polizia sta anche interrogando in queste ore il padre del ragazzo e gli insegnanti, per capire se i professori erano al corrente di quello che succedeva. Il ministero dell’istruzione segue il caso. «Abbiamo parlato con il preside dell’istituto nautico. La comunità scolastica sta facendo la sua parte. Seguiremo gli sviluppi»: ha assicurato il ministro dell’ Istruzione, Maria Chiara Carrozza. «Un gesto inspiegabile» per il preside dell’istituto: «il ragazzo – dice- non ha mai mostrato segnali di disagio. Siamo scioccati da quanto accaduto. Abbiamo già parlato con i compagni di classe e da domani gli affiancheremo anche la nostra psicologa. Sono sconvolto, non si sa che gli passa per la testa a questi ragazzi». Qualche amico spiega, sfogava la sua disperazione sul suo profilo Facebook. Dopo qualche ora arrivano le rassicurazioni dall’ospedale San Camillo, dove il ragazzino è stato ricoverato. «È consapevole, lucido», spiega il direttore dell’ospedale, Aldo Morrone – è pentito di quello che ha fatto e adesso vuole soltanto guarire al più presto e tornare a casa e a scuola«. Anche il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è andato a fare visita al sedicenne, invitandolo »in Campidoglio appena starà meglio, in maniera tale da poter constatare con mano che tutta la città lo sente come suo figlio, che gli vuole bene e che non c’è alcun motivo per sentirsi nè solo nè depresso«. E anche Ignazio Marino, candidato del centrosinistra a sindaco di Roma, in un tweet scrive al giovane ‘non sei solò. Il gesto ha scatenato l’indignazione dell’associazione Equality Italia. »Che fa lo Stato per evitare che accadono episodi come quello del ragazzo che ha tentato il suicidio perchè non ce la faceva più a sopportare le angherie del padre e le derisioni che subiva a scuola a causa della sua omosessualità?«, si chiede il presidente di Equality, Aurelio Mancuso. »La politica – prosegue – continua a rimandare misure adatte a contrastare per legge l’omofobia e a mettere in campo nelle scuole un’azione permanente di educazione alle differenze«.Sulla vicenda è intervenuto anche il Garante per la privacy rivolge un appello »ai media, alle forze di polizia e agli operatori sanitari affinchè si astengano dal fornire informazioni e dal riportare dettagli eccessivi, raccolti anche on line, che possano rendere identificabile il ragazzo e ledere la sua riservatezza«. Una storia apparsa come un terribile dejà-vu del dramma vissuto da un liceale sedicenne, che nel novembre scorso a Roma si suicidò perchè deriso per la sua omosessualità.