Emergenza arsenico, task force della Regione Lazio

14/04/2013 di

Sull’emergenza dell’acqua all’arsenico nel Viterbese domani sera presso la presidenza della Regione Lazio potrebbe nascere una task force con Università della Tuscia, Ausl, Ato, Talete (la spa pubblica di gestione delle risorse idriche del Viterbese) e associazioni dei consumatori. A rivelarlo è il capogruppo della Lista per il Lazio, Riccardo Valentini, già docente all’ateneo viterbese.

«Convocato un incontro per fare il punto sull’emergenza arsenico ed elaborare una strategia di intervento immediato. Alla riunione, che si terrà domani sera direttamente presso la presidenza regionale, parteciperanno il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’assessore all’Ambiente Fabio Refrigeri, il presidente della commissione regionale Ambiente, Enrico Panunzi, e il capogruppo della Lista per il Lazio, Riccardo Valentini».

Ecco il programma della riunione. «Durante l’incontro – dice Valentini – proporrò la costituzione di una task force per la Tuscia con la partecipazione di Università, Asl, Ato, Talete, organizzazioni professionali e di categoria e le associazioni dei consumatori. Purtroppo, nonostante siano trascorsi diversi anni dal decreto legislativo che imponeva ai singoli comuni di adeguarsi alle normative europee (datato 2 febbraio 2001), siamo ancora all’anno zero. Ma questa volta la musica deve cambiare. È necessario realizzare tutti i dearsenificatori previsti e sviluppare un nuovo approccio che, con minor costi di manutenzione, garantisca i cittadini sul lungo periodo, facendo dell’arsenico un ricordo lontano». Sul rapporto tra arsenico e catena alimentare e rischi per la salute, Valentini tranquillizza. «Dobbiamo separare acqua e alimenti. Il Dibaf, dipartimento dell’Università della Tuscia, ha sviluppato un sistema di monitoraggio con metodiche validate dall’Istituto Superiore di Sanità. Dal monitoraggio effettuato nel Viterbese risulta una situazione preoccupante per l’acqua destinata al consumo umano. Ma non sono emerse contaminazioni pericolose per la salute delle persone per quanto riguarda latte, carne, pesce e frumento. È tuttavia fondamentale proseguire i monitoraggi, cosa che in passato non è stata fatta, dotandosi a livello istituzionale di un sistema costante capace di concentrare i dati a disposizione per informare rapidamente i cittadini e sviluppare una mappatura in pochissimi mesi della situazione della Tuscia. Un sistema che l’Università di Viterbo – conclude Valentini – ha elaborato già da tempo»