Regione, legittimo l’appalto del 118 alla Croce Rossa

28/11/2012 di

È legittimo l’affidamento dell’appalto stipulato dalla Regione Lazio attraverso l’Ares 118 con la
Croce Rossa Italiana per l’integrazione del sistema di emergenza sanitaria nella regione. Lo ha deciso il
Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso proposto dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie
d’Italia per chiedere l’annullamento del decreto con il quale nel maggio scorso il presidente della
Regione autorizzò alla stipula della convenzione tra Ares 118 e Croce Rossa Italiana.

La ricorrente è un’organizzazione di volontariato nel campo dell’assistenza e della solidarietà che
avrebbe voluto partecipare alla gara per l’affidamento del servizio di 118 per le città e le province di
Roma, Latina, Viterbo e Rieti.

Si è rivolta al Tar, secondo quanto si è appreso, sostenendo che l’affidamento del servizio alla Cri
senza una gara pubblica ha violato la libera partecipazione al mercato e alla concorrenza, ponendosi in
contrasto con i principi che impongono che l’appalto sia svolto dall’impresa che ha presentato l’offerta
migliore.

Partendo dal fatto che «la Croce Rossa Italiana, in quanto ente pubblico esercente istituzionalmente
attività sanitaria e socio-assistenziale senza scopo di lucro, non può, in ragione del suo statuto, stipulare
contratti di appalto e, dunque, partecipare a gare pubbliche indette per l’aggiudicazione di tali appalti
servizi a titolo oneroso», secondo il Tar «elemento rilevante a riprova della legittimità del modus
operandi dell’Ares 118 è la circostanza che la CRI non ricava alcun guadagno dallo svolgimento del
servizio in questione ma, con il corrispettivo che riceve, copre le spese vive sostenute e debitamente
documentate». Non solo; per i giudici, la normativa comunitaria sul tema «se esattamente letta, conferma
la legittimità dell’accordo intervenuto fra Ares e CRI».

«La legge è legge, ma la realtà racconta altro – si legge in una nota diffusa dalla Cooperativa
Croce Blu, una delle organizzazioni che gestiva il servizio di emergenza – Il risparmio portato dalle
società private era cospicuo per le casse regionali, visto che la Croce Rossa percepirà circa 20 milioni di
euro l’anno per 6 anni, contro i circa 15 previsti dal precedente accordo tra Ares e privati. Naturalmente
la sentenza sarà rispettata, ma resta un senso di impotenza davanti a certe decisioni davvero difficile da
mandare giù».