Sangue di Giovanni Paolo II, furto e ritrovamento in poche ore

29/08/2012 di

È esposto da ieri sera nella chiesa dell’Assunta ad Allumiere, in provincia di Roma, il reliquiario con il sangue di Giovanni Paolo II rubato e ritrovato ieri nel giro di poche ore.

L’opera in bronzo a forma di libro – in realtà una copia destinata ai viaggi – che contiene l’ampolla con il sangue del Beato Karol Wojtyla è stata collocata sotto la statua della Madonna delle Grazie, racconta padre Augusto Baldini, il parroco della chiesa derubato ieri in treno della reliquia che stava portando da Roma ad Allumiere.

«L’abbiamo messa sotto la statua della madonna che Giovanni Paolo II incoronò 25 anni fa nella sua visita a Civitavecchia – dice don Baldini -. È un ricongiungimento simbolico tra il Papa e la Madonna». Numerose le persone che stamani si sono recate nella chiesa di Allumiere per venerare il reliquiario o per semplice curiosità, riferisce don Baldini, dopo aver letto della disavventura del parroco. Molti hanno chiesto a padre Augusto del furto e del ritrovamento della reliquia, intatta, da parte della polizia ferroviaria in un campo vicino alla stazione di Marina di Cerveteri, dove era stata rubata.

«È stato un piccolo miracolo – ripete il prete -, lo interpretano come un buon auspicio. Ma c’è stata anche la bravura di chi l’ha ritrovata». Il sangue di Wojtyla, prelevato dopo l’attentato in piazza San Pietro del 13 maggio 1981, resterà esposto ad Allumiere fino al 9 settembre, periodo delle celebrazioni della festa patronale. «Il 10 riporteremo il reliquiario a Roma (nella chiesa dell’Immacolata a San Giovanni, dove si trova l’originale, ndr), ma stavolta sarà scortato, probabilmente dalla nostra polizia locale». Gli interrogativi sulla sicurezza della reliquia (o meglio della sua copia), trasportata ieri, ma anche altre volte, in un grosso zaino, non turbano troppo don Baldini.

«È una copia pellegrina – dice -, destinata cioè a viaggiare». Intanto la squadra di polizia giudiziaria della Polfer di Roma e Lazio cerca gli autori del furto. Sarebbero tre giovani, forse stranieri, secondo la descrizione del sacerdote e di altri passeggeri del treno Roma-Pisa. Gli investigatori lavorano su alcune foto di borseggiatori già conosciuti. L’ipotesi più probabile resta che i ladri, dopo aver distratto con una scusa e derubato don Baldini, non sapessero cosa conteneva il suo zaino. Una volta trovato il reliquiario lo hanno gettato tra le sterpaglie considerandolo privo di valore.