Olio extravergine, Lazio fa il pieno di premi

18/06/2012 di

L’olio extravergine è «un prodotto capace di emozionare, dotato di fragranze e di aromaticità naturali che incantano, un prodotto capace di emozionare. Nel campo dell’olivicoltura l’Italia rappresenta senza dubbio il più grande esempio di biodiversità esistente al mondo». È un racconto appassionato quello di Stefano Asaro, dirigente Slow Food Italia e curatore della 12° edizione della Guida agli extravergini 2012, presentata da Slow Food Lazio presso la sede dell’associazione Cuochepercaso.

Nella Guida agli extravergini 2012, che ha veste grafica rinnovato, sono state recensite 57 aziende e 78 oli. «Il Lazio è ormai entrato a pieno titolo nel novero delle grandi regioni dell’extravergine di alta qualità – prosegue Asaro – avendo dimostrato di favorire una crescita virtuosa sia nella giudiziosa gestione agricola degli uliveti, che nel rinnovamento dei metodi di trasformazione in frantoio elementi, entrambi, di una metamorfosi che ha permesso i lusinghieri risultati odierni».

Prova ne è stata il fatto che delle dieci Chiocciole assegnate in tutto il territorio nazionale ben due sono andate al Lazio, che ha portato a casa anche cinque ‘grandi olì e tre ‘oli slow’. L’olio è un prodotto molto vicino alla tradizione gastronomica del nostro Paese: 19 regioni su 21 producono da sempre oli extravergini di varietà differenti, legate ai diversi territori.

Il Lazio, già in sè, rappresenta una piccola biodiversità. L’oliva caninese della zona della Tuscia, oppure l’itrana della provincia di Latina o ancora le numerose varietà locali che compongono l’area della Sabina e dei Castelli romani ne sono la prova: una gamma rilevante di produzioni e tante diversità di oli per altrettante gastronomie differenti« ha concluso Asaro.