Pussycat, scoperto un locale a luci rosse a Roma

08/03/2012 di

Studentesse italiane e ragazze straniere che si prostituivano, anche di giorno, in un locale all’interno di un centro commerciale a Roma. E all’esterno famiglie inconsapevoli di tutto, che giravano con le buste della spesa. Era ufficialmente una associazione culturale, ma i clienti la chiamavano ‘Pussycat’: il locale dove centinaia di giovani squillo si offrivano a clienti facoltosi. Tra i ‘gestorì un vice questore della polizia ferroviaria, un regista di film porno ed un ex militante dei Nar. La squadra mobile ha arrestato sinora 10 persone, accusate a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, mentre altre otto sono per ora solo indagate.

Tra le persone finite in manette ci sono anche un vice questore della Polfer e un ex militante dei Nar, Flavio Serpieri, vice presidente dell’ associazione culturale ‘Le pecore nerè, dietro la quale si nascondeva in realtà il locale di squillo. Negli ‘affarì era coinvolto anche un regista di film hard, Franco Lo Cascio, in passato vincitore dell’oscar del porno. Il giro di prostituzione avveniva nelle sale privè del locale, all’interno del centro commerciale, in piazza delle Crociate, nel quartiere Pietralata. Le ragazze, tutte donne avvenenti, arrivavano a guadagnare fino a 20 mila euro al mese. Ognuna di loro aveva dei gettoni di diverso colore con i quali calcolare l’incasso a fine giornata, in base al tempo trascorso con i clienti: 75 euro ogni quarto d’ora di sesso. E chi organizzava serate piccanti con gli amici, aveva diritto a un ‘bonus’ gratuito. Alle squillo, circa 400 giovani reclutate ogni anno e fino ai 30 anni, tra cui brasiliane, slave, romene e italiane, veniva garantito un alloggio attraverso alcuni affittacamere. Le più ‘scarsè durante le prestazioni erano invece destinate alla strada.

L’indagine, cominciata nel maggio scorso, è partita dalla denuncia di una ragazza italiana, che dopo un anno di sfruttamento aveva deciso di ribellarsi e di raccontare tutto agli agenti. Il locale, ora sotto sequestro dalla Polizia di Stato, di giorno era apparentemente insospettabile e l’ingresso veniva garantito attraverso i soci dell’associazione, che puntualmente presentavano i propri amici, tra cui imprenditori e professionisti di alto profilo, che diventavano clienti del ‘Pussycat’.