Tribunale le toglie la figlia, mamma presenta supplica al Papa

30/12/2011 di

«Beatissimo Padre, a scriverle è una mamma con la morte nel cuore perchè con inganno le è stata sottratta la sua bambina». Inizia così la supplica al Papa che Federica P., madre di una bimba di 7 anni, ha consegnato oggi in Vaticano. La donna ha 31 anni e oggi vive a Roma dopo aver abitato a Milano. Il 14 dicembre è stata separata dalla figlia a seguito della decisione del Tribunale dei Minori di trasferire la bambina in una casa famiglia. Una disposizione contro la quale la donna, assistita dall’avvocato Giuseppe Lipera, ha presentato esposto-denuncia contro il presidente del Tribunale dei minori della Capitale, Carmela Cavallo.

Questa mattina Federica, accompagnata dal suo legale, si è presentata di fronte all’ingresso del Petriano che introduce alla Città del Vaticano, ha spiegato a una guardia svizzera quali ragioni la portavano lì, ha oltrepassato il cancello e si è recata a depositare una busta gialla contenente la supplica. Sua figlia, come spiega lei stessa nel testo, è «nata da una convivenza». Una situazione, scrive, che la mette «a disagio» nel rivolgersi al Papa. Ma le sue motivazioni di madre sono più forti. Nella supplica la donna spiega la sua vicenda, le difficoltà con l’ex compagno, che «il 7 gennaio 2005 cacciava sia me che la bambina dall’abitazione dicendo che non voleva sapere più nulla di noi. Scatto d’ira dovuto al fatto che la bambina la notte piangeva a causa di coliche». «Da quel momento – racconta – la mia vita è stata un inferno». Quel che segue è una storia fatta di assistenti sociali, di un curatore speciale incaricato di tutelare l’interesse della minore, di decisioni difficili da accettare. Una storia che culmina nella sospensione della patria potestà a entrambi i genitori per conflitti nella coppia e poi nell’allontanamento forzato della bimba. «Mi sono recata in tribunale pensando che la giudice ascoltasse la bambina così come aveva chiesto il mio avvocato – scrive la donna al Papa – e invece me l’hanno portata via». Neppure il tempo di un abbraccio. «Mi sono sentita morire». «Perchè, Santità questa cattiveria?», si chiede Federica. La donna scrive anche delle telefonata con la figlia, da cui «emerge sempre un grido di dolore e sempre la stessa frase: mamma ti prego portami a casa, vienimi a prendere».

I contenuti di queste telefonate, spiega l’avvocato Lipera, sono stati forniti al Tribunale dei Minori di Roma. Il legale ha anche presentato al Tribunale domanda di sospensione del provvedimento con cui la bimba è stata affidata alla casa famiglia, chiedendo quantomeno che un pediatra e un neuropsichiatra infantile verifichino di persona la situazione della piccola. Il Tribunale, sentiti assistenti sociali, curatore speciale e responsabile della casa famiglia – che non hanno indicato particolari criticità – ha deciso di trasmettere il verbale delle audizioni ai difensori dei genitori prima di adottare qualsiasi decisione. Ma la mamma è disperata. «Spero che il Papa possa dire una parola di sensibilizzazione», dice lasciando il Vaticano. «Stiamo lavorano – annuncia inoltre il nonno della bambina – a una manifestazione con il coinvolgimento di alcune associazioni cattoliche, che potrebbe svolgersi a Roma il 10 gennaio».