Infermiere serial killer, sette omicidi con la “dolce morte”

29/11/2011 di

Uccideva lentamente, indebolendo gli anziani con degli psicofarmaci, poi rifilava il ‘colpò letale con massicce iniezioni di insulina. Per questo credeva di essere riuscito a compiere il delitto perfetto, convinto di non lasciare tracce dei suoi omicidi nel sangue delle vittime. È stato incastrato dopo due anni di indagini, l’infermiere serial killer Angelo Stazzi, l’ ‘Angelo della mortè, già in carcere per avere ammazzato una collega: nei suoi confronti è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per sette omicidi commessi all’interno della casa di riposo dove lavorava, alle porte di Roma.

E indagini sono in corso su altre tre morti sospette in un’altra clinica dove l’uomo ha lavorato. Stazzi, ex infermiere, è già rinchiuso dal 2009 nel carcere di Rebibbia per aver ucciso Maria Teresa Dell’Unto, infermiera del Policlinico Gemelli e sua amante ed ex collega scomparsa nel 2001. Un omicidio risolto dopo anni dalla sezione ‘cold casè della Squadra Mobile di Roma, proprio come la morte dei sette anziani.

Dopo la furia del primo omicidio, il serial killer ha scelto l’arma della ‘dolce mortè. E senza alcun movente preciso se non quello di decidere la morte, di arrogarsi il diritto di porre la parola fine, lui che si «sentiva a contatto con Dio» per essere nato il 25 dicembre: nell’arco di dieci mesi del 2009, Stazzi ha ucciso almeno sette anziani tra i 70 e i 90 anni all’interno della casa di riposo Villa Alex di Tivoli, dove aveva lavorato. L’uomo somministrava ai pazienti psicofarmaci per abbassare gradualmente le loro difese immunitarie, poi somministrava insulina: il tasso della sostanza nel sangue arrivava ad essere 50 volte maggiore, fino a mandare in coma i pazienti e a condurli alla morte, che in alcuni casi subentrava anche dopo due mesi. Si informava in maniera quasi ossessiva sullo stato di salute dei pazienti, a volte spacciandosi anche per medico, sotto falso nome.

«Sono un medico mancato. Ne so più di tanti altri dottori», diceva al telefono ad una badante russa che era anche la sua compagna. In questo modo l’Angelo della Morte credeva di aver messo in scena un delitto perfetto, senza tracce della sua follia assassina: Stazzi sapeva che il tasso di insulina non era più rilevabile nei corpi delle sue vittime, una volta decedute. Ma una anziana aveva resistito a quelle iniezioni e fu ricoverata con il massiccio quantitativo di insulina nel sangue. Durante le indagini, gli investigatori hanno poi rilevato l’ordinazione e il prelievo di grossi quantitativi della sostanza nel luogo dove lavorava Stazzi e le testimonianze di alcuni sanitari. Finora sono sette gli omicidi accertati, ma potrebbero emergere nuove vittime in seguito alle indagini. In particolare, gli investigatori si stanno concentrando su altri tre casi di decessi nella casa di cura Cristo Vive, dove Stazzi ha lavorato nel 2008. Poi il suo l’impiego a Villa Alex, dove sono morti i sette anziani, e infine a Villa Gregna, in zona Mentana alle porte di Roma, dove stava per essere cacciato perchè alcuni sanitari si erano insospettiti.

Quella di Stazzi è una carriera da serial killer cominciata con l’omicidio dell’amante Maria Teresa Dell’Unto, uccisa secondo gli inquirenti per un debito di soldi, circa 20 milioni di lire. Il corpo della vittima era stato sepolto a Montelibretti in corrispondenza di un pollaio nel giardino della casa di Stazzi, il quale, pur confessando di averla uccisa, ha sempre ribadito che si era trattato di un incidente. Il 15 dicembre per lui si spalancheranno le porte del tribunale per quello che pare essere il primo di una lunga serie di omicidi.