Detenuto morto a Viterbo, denunciò un pestaggio

15/11/2011 di

L’hanno trovato morto nel suo letto la mattina di sabato scorso, nel reparto di medicina protetta dell’ospedale di Viterbo, quello riservato ai detenuti. Cristian De Cupis, 36 anni, era arrivato due giorni prima da Roma, dove era stato arrestato dalla polizia ferroviaria alla stazione Termini per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Subito dopo era stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito per una serie di escoriazioni che, secondo gli agenti, si sarebbe procurato da solo nel tentativo di sottrarsi al fermo. Ma De Cupis, residente nel popolare quartiere della Garbatella, una lunga serie di precedenti penali e di carcerazioni alle spalle, riferì ai medici di essere stato pestato dai poliziotti che lo avevano arrestato. Non appena la notizia della morte di De Cupis è trapelata, il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni ha evocato l’ombra di un possibile nuovo caso Cucchi. Il 31enne Stefano Cucchi morì il 22 ottobre 2009 in un ospedale romano alcuni giorni dopo essere stato fermato dalla polizia. Sulle circostanze e le cause della sua morte è in corso un processo. «Invito la magistratura – ha detto Marroni – a fare al più presto chiarezza sulle circostanze che hanno portato a questo decesso, anche per evitare l’atroce sensazione di trovarsi davanti ad un nuovo caso Cucchi». Secondo Marroni, tra i due casi ci sarebbe anche un’altra drammatica analogia: «La famiglia De Cupis, come quella Cucchi, sarebbe stata avvisata dell’arresto solo dopo il decesso».

Il mattino successivo al ricovero al pronto soccorso del Santo Spirito, De Cupis fu trasferito all’ospedale di Viterbo, dove fu sottoposto a una serie di accertamenti clinici, compresa una Tac. Secondo quanto si è appreso, non sarebbero state riscontrate patologie gravi. L’11 novembre, venerdì, il Gip di Roma convalidò il suo arresto, ma gli concesse i domiciliari una volta che fosse stato dimesso dall’ospedale. Stando a quanto riferito dal Garante, «l’uomo era affetto da diverse problematiche di carattere sanitario. Chi lo ha incontrato durante i giorni del ricovero – ha aggiunto Marroni – avrebbe riferito di averlo notato a tratti agitato e a tratti lucido ma, comunque, non in condizioni che potessero far immaginare una morte repentina. A conferma di ciò – sottolinea – la circostanza che solo due giorni prima dell’arresto si era rivolto ad una struttura di orientamento per detenuti per cercare un lavoro».

Questa mattina è stata eseguita l’autopsia disposta dalla procura della Repubblica di Viterbo. I primi risultati saranno comunicati al pm nei prossimi giorni. Sulla vicenda il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica ha annunciato un’interrogazione parlamentare, parlando di «analogie» con il caso Cucchi.