Scontri a Roma, caccia agli assalitori del blindato

24/10/2011 di

Quello di domani davanti al gip di Chieti Paolo Di Geronimo sarà per Leonardo Vecchiolla, il ventitreenne ritenuto uno dei responsabili dell’attacco, ed incendio, al furgone blindato dei Carabinieri durante la manifestazione degli indignati del 15 ottobre scorso, il primo appuntamento davanti ad un magistrato. Un appuntamento importante per cercare di capire se il black bloc fermato ieri dai carabinieri conosca o meno gli altri autori delle violenze avvenute a Roma e, soprattutto, dell’assalto al mezzo blindato dei carabinieri. ‘Azionè del quale Leonardo Vecchiolla si sarebbe vantato al telefono con un amico.

«Hai visto cosa abbiamo fatto a Roma, abbiamo incendiato una camionetta, te la dedico. Il bastardo che era dentro è scappato», avrebbe detto il black bloc. Telefonata intercettata e diventata ora perno centrale alla base del fermo. Esaurita la procedura della convalida del fermo per tentato omicidio, devastazione e danneggiamento il fascicolo, ed il detenuto, qualora sia emessa l’ordinanza di custodia in carcere, saranno trasferiti a Roma. Qui Vecchiolla sarà quasi certamente interrogato, previo rinnovo della misura restrittiva, dai titolari dell’inchiesta sui disordini scoppiati, tra l’altro, nei pressi di piazza San Giovanni. Gli stessi che, con Carabinieri e Digos sono a caccia degli altri autori non solo dell’agguato al furgone blindato, il cui conducente ha riportato ferite, ma anche di altri fatti vandalici. La sensazione che si respira negli ambienti investigativi Š che nel giro di qualche giorno possano esserci sviluppi. Insomma che la ‘caccià agli ‘altrì, quelli che sabato 15 ottobre, si sono accaniti con una furia devastatrice sul blindato dei Carabinieri, e non solo, possa avere le ore contate. In attesa dell’udienza fissata per domattina il difensore di Vecchiolla, l’avvocato avellinese Sergio Acone, antico legale di famiglia, esprime dei dubbi: «Vecchiolla un black block? – ha dichiarato – non ce lo vedo proprio, non ha neanche il fisico». Al momento – aggiunge – non sa neanche di cosa sia accusato il suo assistito: «Io ancora non ho ricevuto nessuna carta dai Carabinieri; so solo quello che è apparso su giornali e agenzie». «Intercettazioni? – ha proseguito – può essere, ma le voglio sentire tutte, non vorrei che ci fosse un millantato credito. Foto? Fatemele vedere».

Il penalista ha poi precisato che l’unica condanna inflitta a Vecchiolla, per droga, quando aveva 18 anni, è stata sospesa. «Io però nei panni del devastatore non ce lo vedo – ha concluso – e mi risulta anche che non abbia un colore politico definito. Non saprei proprio inquadrarlo come un violento. Anche perchè ad Ariano Irpino (luogo di residenza di Vecchiolla ndr) non ci sono centri sociali, club politici o altro». Intanto alla casa dello studente di Chieti, dove abita il presunto violento, c’è aria di sconcerto per quanto accaduto, ma anche poca voglia di parlare con i cronisti. «Quando ho saputo che abitava qui e ho sentito quello che fa fatto ci sono rimasto male – ha detto uno di essi – non è certo uno che ha rubato una merendina».