Neonazi Blood&Honour, giallo sui rapporti con Casapound

12/09/2011 di

Il credo neonazi di Blood&Honour, un’associazione inglese che del credo razzista e della musica nazi ha fatto la sua bandiera, potrebbe sbarcare alle porte di Roma ospitata in un’occupazione di Casaitalia, ovvero il movimento squatter di destra riconducibile a Casapound.

Ma il leader di Casapound Gianluca Iannone smentisce: «noi con quelli li non c’entriamo nulla, non sono di Casapound, non è una nostra occupazione». Il sindaco di Guidonia, dove dal 2008 insiste l’occupazione che dovrebbe ospitare Blood&Honour, intanto spiega che domani «si appellerà alla Procura di Tivoli e al Prefetto di Roma: l’illegalità non avrà posto sul mio territorio».

L’illegalità ha i colori, neri e rossi, di Blood&Honour un concentrato folle di supremazia della razza bianca, antisemitismo, svastiche, croci celtiche, rock duro e testi da censura. Ed è proprio Casapound a smentire le voci nel pomeriggio: «L’occupazione di Colleverde non è sede della Blood&honour nè di movimenti transnazionali di alcun genere e non c’entra nulla con Casapound». Ma ammettono una vicinanza e danno il loro plauso all’occupazione. «Ha dato riparo a 16 famiglie italiane in stato di grave emergenza abitativa, costituito una scuola rugby per ragazzi e operato nel campo dell’assistenza ai detenuti e agli ospiti delle case famiglia, rappresentando un momento di riqualificazione e di riscatto per un territorio privo di qualunque spazio sociale. E proprio il lavoro quotidiano su un territorio quasi completamente abbandonato ci dà il diritto di rivalerci nei confronti di chiunque provi a subordinare la nostra attività sociale a voci e dicerie prive di qualunque fondamento», spiegano snocciolando informazioni. Intanto il segretario del Pd capitolino Marco Miccoli parla di «oltraggio alla città», il parlamentare del Pd Michele Meta annuncia un’interrogazione a Maroni. Anche il membro del Copasir Achille Passoni si appella a Maroni e lancia l’allarme: «Blood & Honour è stato connesso anche col massacro in Norvegia ad opera di Breivik».

Il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti definisce «impensabile l’ipotesi». Lo stesso sindaco di Roma Gianni Alemanno parla chiaro,«questa roba non deve entrare a Roma», e anche la presidente della Regione Renata Polverini dice «stop all’intolleranza».