Tubercolosi, Codacons: “Controlli sui bambini nati negli ultimi sette anni”

30/08/2011 di
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Controllare «tutte le migliaia di bambini e genitori che hanno frequentato ospedali e reparti in cui soggetti infetti hanno prestato servizio». Lo chiede il Codacons a proposito della vicenda dell’infermiera del nido del policlinico Gemelli malata di tbc, da cui sono partiti i controlli sui neonati, 52 dei quali sono risultati positivi ai test. «Il marito dell’infermiera con la Tbc – spiega il Codacons – come scoperto dal Messaggero, aveva avuto la pleurite tubercolare».

Secondo il Codacons, che ieri ha presentato un esposto alla procura della Repubblica per segnalare che il marito dell’infermiera nel 2004 avrebbe avuto la Tbc, il fatto che avesse avuto la pleurite polmonare, «significa che la Tbc addirittura dai polmoni, dove si trovano normalmente i bacilli nei bronchi e nei bronchioli, si era diffusa anche alla pleura. La Tbc alla pleura dimostra la forte aggressività della malattia, molto contagiosa. Erano, quindi, sette anni che la situazione era a rischio. Sarebbe bene che la Polverini, quindi, confessasse dove lavorava anche il marito dell’infermiera, prima che sia il Codacons a rivelarlo facendole fare una nuova pessima figura». Il presidente del Codacons Carlo Rienzi si chiede come sia possibile «che il sistema di profilassi e comunicazione obbligatoria di tali malattie che il Ssn dovrebbe avere non ha così clamorosamente funzionato».

Per l’associazione, «è un gravissimo atto di accusa contro la Regione e la Asl la dichiarazione diffusa ieri dal Gemelli secondo cui non gli sarebbe stato comunicato nulla della malattia del marito. Ora la magistratura dovrà acquisire le richieste di congedo per malattia dei due, per capire se era possibile conoscere il loro grave stato di infettività». Intanto oggi è stato notificato a Polverini il ricorso al Tar del Codacons «che contesta la Commissione, formata di soggetti gestiti dal Ssn ossia dalla Regione stessa. Nel ricorso si chiede che la Commissione sia integrata da sanitari di fiducia delle famiglie e della sanità militare, a garanzia di imparzialità e indipendenza».