Elezioni a Sora, lista Polverini spacca Pd e Pdl

21/05/2011 di

Divisi, si potrebbe dire, dal fiume Liri che bagna il frusinate che nel Lazio è diventato terra di scontro politico fratricida. Pdl di qua, Renata Polverini di là. E il Pd, diviso a sua volta alle urne, che non dà indicazioni di voto ufficiali per il ballottaggio ma che è stato tentato di appoggiare Città Nuove, il movimento della governatrice, per mettere il dito nelle piaghe del Pdl. E che forse (le voci sono insistenti) potrebbe, non ufficialmente s’intende, far lo sgambetto al partito del premier suggerendo ai suoi di «schierarsi per il meno peggio». Benvenuti a Sora, oltre 26 mila abitanti al confine con l’Abruzzo, da qualche giorno fulcro degli equilibri politici del Lazio. Perchè a Sora il ballottaggio è derby: da una parte Ernesto Tersigni, Pdl, 44,5% al primo turno. Dall’altra Enzo Di Stefano, ex consigliere della lista Polverini, che nel suo 31,4% però ha con sè anche l’Udc. Ed ecco che il Pd, e in particolare il capogruppo regionale Esterino Montino, ha pensato di gettare la bomba: «Appoggiamo la Polverini per disarticolare il Pdl: ogni occasione è quella giusta». Con l’Udc, si sa, il Pd dialoga, e mica solo a Frosinone (dove peraltro dopo il no all’apparentamento di Sora, potrebbero saltare altre trattative). Tant’è: l’ipotesi di un travaso di voti dal Pd a Polverini si è tradotto in un travaso sì, ma di bile. Col Pdl a dir poco irrigidito davanti alla possibilità dell«inciuciò, e poi sensibilmente sollevato quando il Pd ha reso noto di non »aver riscontrato le condizioni politiche e programmatiche per un eventuale sostegno«. Ma anche il Pd non può tanto ridere: a Sora, infatti, i democratici al primo turno si sono presentati divisi, allontanando forse già in partenza la possibilità di correre al ballottaggio: »A Sora non esiste alcun accordo tra Pd e Lista Polverini« scandiva stamattina Francesco Scalia, influente Pd locale, aggiungendo però che »il Pd vero sta con Roberto De Donatis«. Che però, è il caso di ricordarlo, correva sotto un simbolo ‘civicò, e non sotto quello di Bersani (il Pd ufficiale era per Antonio Lombardi, sotto il 6%). Per cui ha buon gioco il sindaco di Roma Gianni Alemanno a dire che »l’ipotesi di una alleanza a Sora è un patetico gesto di disperazione del Pd, così debole da essere stato escluso dai ballottaggi«. Ma Alemanno a sua volta è parte del caso-Terracina, che chiude il cortocircuito delle Comunali laziali. Nel Comune pontino, infatti, il sindaco di Roma (Pdl) invece di appoggiare Nicola Procaccini (Pdl, rampelliano, vicino al ministro Meloni), ha messo la faccia per Gianfranco Sciscione di Città Nuove, polveriniano di ferro. E anche qui, sebbene con meno convinzione – l’Udc sta col Pdl – era emersa l’ipotesi del ticket Pd-Cn: è finita come a Sora, nessuna indicazione di voto. E oggi il fuoco amico si è scatenato contro Alemanno: critiche sono piovute da Francesco Storace, Fabio Rampelli e soprattutto dal coordinatore del Pdl di Latina Claudio Fazzone. Ma a difendere Alemanno ci ha pensato la Polverini: »Critiche ingenerose, Alemanno aveva detto che a Terracina avrebbe appoggiato il candidato che gli sembrava più credibile«. Ma poi non si risparmia qualche stoccata: »Da queste elezioni arriva un segnale ai grandi partiti, ci sono state debolezze sia nel Pd che nel Pdl. Il linguaggio duro di questa campagna ha portato gli elettori verso candidati della società civile, distanti dai partiti. Dopo i ballottaggi servirà una riflessione«. Quella che tutti chiedono, anche nel Pdl. Anche lo stesso Alemanno. Ma bisognerà vedere come andrà finire a Sora e Terracina.