Rave party a Pomezia, messaggi in codice su Facebook

14/03/2011 di

Utilizzavano un linguaggio criptato dandosi appuntamento sul social network come Facebook. È questo il metodo utilizzato dagli organizzatori del rave party di Pomezia, bloccato ieri da polizia e carabinieri. Su internet venivano utilizzati linguaggi apparentemente incomprensibili con associazioni di lettere senza significati. Gli organizzatori, tutti denunciati, sono un polacco e cinque italiani che hanno tra 21 e 31 anni con precedenti per organizzazioni di altri rave. Per il rave erano accorsi giovani da tutta Italia, da Torino, Genova, Reggio Calabria e altre città, ma anche dall’estero, come spagnoli, magrebini e senegalesi. Durante il blitz delle forze dell’ordine sono stati sequestrati anche tre furgoni carichi di apparecchiature musicali alimentate da un gruppo elettrogeno. Sono stati trovati anche dei volantini con la scritta: Save the rave. Rave party is not a crime (Salva il rave. Le feste rave non sono un crimine). Gli organizzatori, che effettuavano vari sopralluoghi prima di organizzare gli eventi non autorizzati, avevano in programma un altro rave il 23, 24 e 25 aprile prossimi. Secondo il questore di Roma, Francesco Tagliente, «serve determinazione per evitare che possano verificarsi situazioni di pericolo come questa».

 

  1. Vorrei capire perché la polizia spreca denaro pubblico per perseguitare dei ragazzini che non fanno nulla di male, invece che dare la caccia a criminali e mafiosi.