Riforma sanitaria provocherà turismo fuori regione

14/03/2011 di

«Con la riorganizzazione dell’offerta sanitaria messa in campo dalla presidente Polverini che prevede tagli, accorpamenti, riconversioni e chiusure dei presidi ambulatoriali e ospedalieri quel cosiddetto turismo sanitario che, nel Lazio rappresentava uno dei fiori all’occhiello tra le eccellenze del centro Italia, viene definitivamente cancellato. Anzi, il Lazio per la mobilità sanitaria verso altre regioni, nel 2010 dovrà pagare fino a 75 milioni di euro. Quando invece la Lombardia incassa oltre 444 milioni di euro per le prestazioni interregionali, l’Emilia Romagna 358, mentre nel Lazio l’unico a fare cassa è l’ospedale Bambino Gesù con un attivo interregionale di 161». Lo afferma il segretario regionale della Fials Confsal Gianni Romano. «Ma la perdita di 75 milioni di euro di risorse per il Lazio è solo agli inizi – aggiunge – infatti quando il taglio dei posti letto funzionerà a regime ci saranno sempre meno servizi e sempre più viaggi della speranza fuori Regione. Sembra che siamo prossimi a inaugurare una nuova forma di pellegrinaggio: quella della sanità itinerante come ci fa facendo vedere il ‘modello Polverinì che manda i camper in giro per la città a fare le visite specialistiche gratuite. Ma l’offerta dei camper è totalmente insufficiente e raggiunge un numero esiguo di persone. Chi ha davvero bisogno di esami clinici veloci è costretto a improntare cifre importanti per recarsi nelle regioni limitrofe. Una mortificazione anche per la professionalità dei nostri bravi operatori sanitari, che senza colpa alcuna subiscono una migrazione di malati verso altre regioni dove la recettività degli ospedali, dotati di attrezzature medicali di avanguardia, permettono ricoveri più celeri».