La Lazio compie 111 anni ma gli ultras rovinano la festa

09/01/2011 di

Quella «passione ultracentenaria» celebrata nel sito ufficiale della Lazio degenera, purtroppo, in violenza nella notte romana, in piazza della Libertà, nel quartiere Prati: quando gli ultrà biancocelesti hanno iniziato in malo modo i festeggiamenti dei 111 anni della società sportiva. Bombe carta, vetrine infrante, cassonetti in fiamme. E scontri con le forze dell’ordine. Nel bilancio ci sono quindi un arresto, 10 identificati e diversi feriti, 14 poliziotti e 6 carabinieri. All’arrestato, 31 anni supporter della Lazio, è stato applicato un Daspo di 5 anni con la prescrizione di presentarsi presso gli uffici di polizia tre volte durante lo svolgimento delle partite. Sull’ultrà pesava un precedente Daspo, sospeso poi dal Tar.

La piazza del quartiere Prati dove ebbe inizio il sogno del bersagliere Luigi Bigiarelli, che il 9 gennaio del 1900 fondò la società sportiva Lazio assieme ad otto amici, è diventata ieri sera il triste scenario di scontri fra i soliti vandali e le forze dell’ordine. Un’ombra pesante sui festeggiamenti dell’anniversario, particolarmente sentito quest’anno, dal momento che i 111 anni della Lazio incrociano 150 anni dell’unità d’Italia. E la società che nacque nella capitale col podismo, la ginnastica e il nuoto – quando a Roma si nuotava nel Tevere – della storia del Paese vuole sentirsi parte, unendosi alle celebrazioni nazionali. Dopo la notte violenta, dunque, si indaga: la Digos sta passando al setaccio le immagini realizzate dalla Polizia Scientifica. Al lavoro da ieri sera anche la Squadra Mobile e il Commissariato Prati per l’ identificazione degli altri responsabili. Gli scontri si sono verificati intorno alle 23. Un gruppo di circa 400 tifosi – ma in piazza ce n’erano almeno mille – ha iniziato a coprirsi il volto e ha attaccato le forze dell’ordine, lanciando sassi e sampietrini. Sono state esplose anche numerose bombe carta ad alto potenziale: diversi veicoli sono rimasti danneggiati. Per ripristinare l’ordine, ha spiegato la Questura, «è stato necessario ricorrere ad interventi dissuasivi e al lancio di lacrimogeni». Solenne, invece, il clima dei festeggiamenti di stamattina all’Altare della Patria: dove una corona d’alloro è stata deposta, alla presenza delle istituzioni – il sindaco Gianni Alemanno, la presidente Renata Polverini, presidente della Provincia Nicola Zingaretti, il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro – per ricordare i 42 atleti biancocelesti che morirono combattendo nelle due guerre mondiali. A portare la corona ai pieni del monumento del Milite Ignoto sono stati il presidente generale della società, Antonio Boccioni, il presidente generale onorario Emanuele Emmanuele e il presidente della SS Lazio Calcio, Claudio Lotito. Una squadra di calcio in vetta alla classifiche, 41 sessioni sportive, 7 attività associate, circa 10 mila atleti: ecco la polisportiva Lazio, 111 anni dopo. «Bisogna stare vicini a questo club – ha detto Lotito al termine della cerimonia – con affetto autentico e rispetto delle regole».