VIDEO Disabile pestata nel bar, arrestati Di Silvio e Casamonica

08/05/2018 di

Sono quattro complessivamente gli arrestati per la duplice aggressione avvenuta nel bar di via Salvatore Barzilai alla Romanina, avvenuta il giorno di Pasqua. Secondo quanto si è appreso, si tratta di Antonio Casamonica di 26 anni, Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio, rispettivamente di 22, 28 e 71 anni. Della vicenda si occupano i poliziotti della Squadra Mobile di Roma. Maggiori dettagli in una conferenza stampa alle 12.

METODO MAFIOSO. È contestata l’aggravante del metodo mafioso alle quattro persone arrestate oggi in relazione al raid in un bar di Roma. I pm della Dda ipotizzano nei confronti di Antonio Casamonica e Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio i reati di lesioni, minacce e danneggiamento aggravate da modalità mafiose. Nel corso del pestaggio ai danni del titolare del bar in zona Romanina e di una donna gli arrestati avrebbero detto: «Qui noi siamo i padroni, è tutto nostro».

NESSUNA MINIMIZZAZIONE. «Nessuna minimizzazione, nessuna sottovalutazione del caso. L’ordinanza cautelare, con la contestazione dell’aggravante del metodo mafioso a ben quattro indagati, per la prima volta a Roma, è stata eseguita in tempi non veloci ma fulminei». Lo affermano gli inquirenti di Piazzale Clodio in merito agli arresti seguiti al pestaggio della donna disabile e del titolare del Roxy Bar di via Barzilai alla Romanina avvenuto lo scorso primo aprile, giorno di Pasqua. Per lesioni, minacce e danneggiamento sono finiti in carcere Antonio Casamonica, Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio. I primi due, cugini, sono responsabili dell’aggressione alla donna disabile, gli altri al barista Marian.

IL GIP: PADRONI DEL TERRITORIO. «Appare evidente che i Casamonica e i Di Silvio siano assurti a “padroni” del territorio dove c’è il bar e che l’aggressione della donna prima e la spedizione punitiva nei confronti del barista, con annessa devastazione del locale dopo, abbiano costituito una rivendicazione di tale diritti». Lo scrive il gip Clementina Forleo nella ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei quattro arrestati per il raid nel bar alla Romanina, a Roma, avvenuto lo scorso primo aprile.

L’AGGRESSIONE SHOCK. È passato più di un mese dal giorno del raid, ma il ricordo di quel pomeriggio di Pasqua è ancora vivo tra chi lavora e frequenta il bar all’estrema periferia della Capitale. Il sangue, i vetri rotti, le urla sono ancora nitidi nella mente di Roman che, assieme alla moglie Roxana, mandano avanti il piccolo locale di via Salvatore Barzilai allaRomanina. «Ora ho paura, sia per me che per i miei bambini. Temo che si possano vendicare», dice oggi il 39enne romeno.

Poi ripensando a quei momenti racconta: «Loro non volevano aspettare la fila e hanno detto ‘Qui noi siamo i padroni, è tutto nostrò. Pensavo che la signora stesse con loro poi ho capito che stavano litigando e lei mi difendeva. A un certo punto le hanno gridato anche ti ammazzo» aggiunge. Oggi Roman sta bene come anche Simona che il primo aprile non ci ha pensato un attimo a difendere il barista quando ha sentito quei due uomini insultarlo. Non si è tirata indietro neanche quando l’hanno presa per il collo. «L’ho rivista dopo l’aggressione – racconta il barista – e sta meglio».

E intano ieri il bar era regolarmente aperto. Al bancone Roxana, come tutti i giorni, serviva con il sorriso sulle labbra ai propri clienti. «Io non ho paura, non l’ho mai avuta. A prescindere da chi sono», ha detto e poi, parlando della donna che quel giorno ha difeso il marito ha aggiunto: «È ritornata qui. La ammiro perché è l’unica che ci ha aiutato. Noi non abbiamo niente contro nessuno, ma chi ha sbagliato deve pagare. L’unica cosa giusta da fare in questi casi è chiamare le forze dell’ordine e denunciare».

Parole che ha poi ripetuto anche alla sindaca Virginia Raggi che si è recata nel bar per un “caffé della legalità”. «Spero e credo che ci sia giustizia» ha detto Roxana chiacchierando con la prima cittadina. «Noi lavoriamo onestamente tutto il giorno – ha aggiunto – se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi». Dal canto suo Virginia Raggi ha sottolineato: «Chi denuncia deve essere sempre tutelato». Chi conosce i due coniugi romeni li descrive come «bravissime persone, dei gran lavoratori». «Purtroppo in questa zona siamo alle solite – dice a mezza bocca un anziano – i padroni sono loro, comandano e te lo dicono in faccia. Le cose non cambieranno mai».