Primo Maggio, concertone con Carmen Consoli, Max Gazzè e Le Vibrazioni

15/04/2018 di

«Al Concertone del Primo Maggio a Roma torniamo al passato. Torniamo a dare visibilità alla nuova musica italiana, a quella che emerge dalla rete e che riempie i club. Alla musica che sta per succedere». Parola di Massimo Bonelli, ceo di iCompany, e da quest’anno organizzatore unico dell’evento promosso dai sindacati in piazza San Giovanni, che ogni anno richiama almeno mezzo milione di persone e che per questa edizione ha scelto come claim «Sicurezza: il cuore del lavoro».

«Quale palco migliore di quello del Concertone per far sbocciare la nuova scena musicale? La piazza è il primo spazio davvero mainstream a cui possono rivolgersi. Gli esempi nel passato non mancano: abbiamo ospitato Thegiornalisti, Motta, Brunori Sas, Coez, prima che il grande pubblico si accorgesse di loro e che esplodessero. E pensando agli anni Novanta, ricordo di come io mi sia innamorato degli allora semisconosciuti Bluvertigo o Afterhours».

Pazienza, dunque, se nel cast (al quale dovrebbero mancare ancora almeno 3-4 grossi nomi) non ci sono i grandi ospiti stranieri (l’unico con passaporto straniero è il dj inglese Fatboy Slim, l’unico anche che prenderà un cachet). Ci sono stati anni in cui a Roma arrivava gente del calibro di Sting, Elvis Costello, Blur, Lou Reed, Oasis, Nick Cave e la piazza impazziva.

«I nomi di richiamo ci sono, ma abbiamo puntato sugli italiani. Si esibiranno Carmen Consoli e Max Gazzè con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana e qualcun altro arriverà – sostiene Bonelli -. Agli headliner (quelli della prima serata, per intenderci) sarà affidato un miniset di una ventina di minuti, una sorta di miniconcerto con 4 o 5 pezzi. Non sarà più solo una toccata e fuga».

Di richiamo, soprattutto per i giovanissimi, sono stati annunciati anche Sfera Ebbasta e Cosmo. E poi Le Vibrazioni, The Zen Circus, Galeffi, Maria Antonietta, Mirkoeilcane, Canova, Nitro, Calibro 35, Dardust feat. Joan Thiele, Frah Quintale, Wrongonyou, Willie Peyote.

«Quando si osa, io gioco il tutto per tutto. Anche stavolta l’ho fatto e credo che il rischio sia minimo. L’alternativa a un concerto come questo sarebbe stato un pantano slegato dal panorama attuale. Invece questo è il concerto che volevo. Peccato solo che Caparezza mi abbia detto di no», dice ancora Bonelli, aggiungendo che l’ispirazione è arrivata pensando al concertone come a un grande festival, che in più porta con sé momenti di riflessione in una giornata importante come quella della Festa dei Lavoratori: «e dove la musica serve a veicolare contenuti e a fare informazione».

Un evento che costa «svariate centinaia di migliaia di euro» e che quest’anno vede irrigidirsi ancora di più le misure di sicurezza, dopo i fatti di piazza San Carlo a Torino nel maggio scorso. Novità del 2018 anche la presenza nel backstage di alcuni dei maggiori Festival italiani: «Sarà un modo per creare una rete, per dialogare e contaminarsi. Le idee, quando sono buone, possono infettarci. San Giovanni sarà la casa di queste idee».

A mancare, ancora una volta, sarà invece qualunque contaminazione con la manifestazione di Taranto. «Avevo proposto loro di avere un collegamento ideale con un artista in comune che aprisse da una parte e chiudesse dall’altra. Invece non hanno accettato. Io non ho niente contro di loro: il primo maggio è importante ovunque. A Bologna, a Napoli, a Latina».