Regione Lazio, in aula la proposta di legge per coltivare la cannabis

19/01/2017 di
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Promuovere la reintroduzione della coltivazione della canapa (cannabis sativa). È quanto prevede una proposta di legge che ha iniziato oggi il suo percorso in aula al Consiglio regionale del Lazio. Sul testo, frutto dell’unificazione di due distinte iniziative consiliari (la n. 205 e la n. 213), pendono 270 proposte di emendamento, delle quali 265 dai banchi delle opposizioni. La prima proposta è firmata da Gino De Paolis (SI – Sel) e da altri consiglieri di diversi schieramenti, la seconda è sottoscritta dal M5s. Dopo il dibattito generale la seduta è stata aggiornata a mercoledì prossimo 25 gennaio alle ore 10 dal presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, per l’esame dell’articolato.

La Regione – secondo la formulazione del testo che ha fatto ingresso in aula oggi – dovrebbe promuovere dei progetti pilota per creare filiere produttive che vadano dalla coltivazione fino alla lavorazione e trasformazione della canapa a km 0. Progetti pilota che serviranno anche a verificare la sostenibilità economica e ambientale dei processi produttivi di questa pianta, incentivando le varietà autoctone. Si propone, sempre con il testo, di ricorrere ai bandi dei fondi europei per favorire gli interventi previsti dai progetti. Data preferenza alle coltivazioni biologiche. Prevista la possibilità di coltivazione a fini fito-depurativi, come ha tenuto a evidenziare De Paolis, per bonificare i terreni inquinati: Valle del Sacco, Valle Galeria e aree vicine agli impianti termoelettrici di Civitavecchia.

La relazione introduttiva è stata svolta dal presidente della commissione Agricoltura del Consiglio regionale, Daniele Fichera (Psi), che ha espresso parere favorevole al testo a maggioranza lo scorso 18 luglio. “Per le sue particolari caratteristiche – ha detto – la canapa è una risorsa che può favorire un modello di sviluppo economico sostenibile”. Fichera ne ha elencato le possibili utilizzazioni: nella bioedilizia, nel tessile, nei cordami, nei pannelli fonoassorbenti delle auto, nei prodotti chimico industriali come vernici o saponi e parafarmaceutici.

Una forma di politica attiva, questa della proposta di legge, secondo Fichera, destinata a rilanciare un settore che è stato progressivamente abbandonato anche per l’avvicinamento psicologico all’uso ricreativo della canapa. “Un’associazione che non ha ragion di essere e non è in alcuno modo oggetto della proposta di legge”, ha precisato Fichera. Uno stereotipo stigmatizzato anche da Marta Bonafoni (SI- Sel) che ha compiuto un excursus storico sull’utilizzo della pianta. E proprio sulla garanzia data dai controlli ha insistito il primo firmatario di uno dei testi, Gino De Paolis (SI – Sel). “La scelta della Regione Lazio  – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Carlo Hausmann –  di limitare la legge sulla canapa regionale a quella che è la coltivazione per uso industriale può lasciare tutti nella più assoluta tranquillità. Ovviamente, il sistema di controllo ci deve essere e deve essere un controllo serio e accurato”.

Per Giancarlo Righini (FdI), autore con Fabrizio Santori (FdI) di circa 194 emendamenti: “La principale proprietà della cannabis sativa, il THC (il tetraidrocannabinolo) è un valore che al mutare trasforma la pianta in una sostanza stupefacente”. Ha quindi sollecitato l’introduzione di un articolo aggiuntivo per rendere i controlli “significativi”. Righini ha inoltre rilevato che “un prodotto che presenta delle caratteristiche e delle qualità tali e un ambito di applicazione così vasto, non dovrebbe necessitare di interventi per favorirne la coltivazione”.

Sulla stessa linea Olimpia Tarzia (Lista Storace): “Non si capisce urgenza e priorità per la nostra regione”. “Una legge inutile” per Santori, secondo il quale si tratterebbe di una bandiera ideologica. Daniele Sabatini (Cuoritaliani) ha prospettato che questo possa essere un cavallo di Troia per arrivare alla legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati. Gaia Pernarella (M5s), intervenendo a difesa della storia della coltivazione, ha chiesto onestà intellettuale, ricordando che la canapa fu una produzione.

Silvia Blasi, sempre del Movimento cinque stelle, ha evidenziato punti di condivisione e dubbi. “Invece di sostenere l’avvio di una filiera produttiva – questa in sintesi la perplessità di Blasi – si va a scegliere di favorire un progetto pilota, sperimentale, una ricerca che potrebbe limitare l’ingresso di agricoltori che avrebbero interesse a entrare in questo settore”. Il fatto che sia una ricerca, invece, per Riccardo Valentini del Pd rappresenta non un fattore negativo, ma un “punto di forza”. Le “start up”, ha ribadito Bonafoni, hanno bisogno di un tutor istituzionale che possa accompagnarle per verificare se l’iniziativa avrà successo.