Scioperi a Roma, Marino minaccia licenziamenti

19/04/2015 di

Alla ricerca di un colpevole, o di colpevoli, che è la cosa più probabile. Quello che è successo venerdì a Roma, dove sono stati indetti tre scioperi del trasporto pubblico che hanno causato disagi e disservizi ai passeggeri, non deve restare impunito. La pensano così in Campidoglio, dove lunedì si insedierà una commissione di indagine.

«Non escludo con l’apertura della commissione dei licenziamenti già da martedì – dice Ignazio Marino -. È uno spirito scomposto di affrontare una situazione che vogliamo portare alla massima efficienza». «A Milano un macchinista della metro lavora oltre 1150 ore l’anno, a Roma solo 720 ore l’anno», aggiunge il sindaco, infuriato. Indaga pure l’Atac – l’azienda di trasporti -, ma anche l’Autorità di garanzia per gli scioperi, che sempre lunedì aprirà molto probabilmente il procedimento di valutazione su quanto accaduto, con l’occhio soprattutto al segnalato mancato rispetto delle fasce di garanzia. Per centinaia di passeggeri della Metro A esasperati lo sciopero sarebbe infatti cominciato 10 minuti in anticipo rispetto all’orario fissato delle 8:30, goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato molti ad occupare i convogli della metropolitana. Anche la Procura di Roma si muove. L’esposto del Codacons sarà presto al vaglio del pool di magistrati che si occupano dei reati contro la pubblica amministrazione e come da prassi si procederà con l’apertura del fascicolo di indagine. Non è escluso che il procedimento venga rubricato come «atti relativi» e quindi senza indagati. Nell’esposto il Codacons, oltre all’interruzione di pubblico servizio e alla violenza privata nei confronti degli utenti, si individua anche il reato di ‘attentati alla sicurezza dei trasportì. Alcuni utenti, infatti, hanno denunciato che i treni della metro sarebbero rimasti fermi sui binari con i passeggeri a bordo e senza macchinisti. Parte delle colpe, però, secondo gli affezionati della rete che ieri erano in attesa di un treno, va ricercata nel fatto che i treni sarebbero passati ogni 5 minuti, e non ogni 2 massimo 3 secondo quanto recita la tabella di Atac di ieri, tra le 8 e le 8.30. Insomma, una serie di concause. Ed è ciò che ritiene plausibile anche l’assessore capitolino Guido Improta, che parla di due treni partiti in ritardo di ben 15 minuti. Poi c’è il capitolo che riguarda la Dct, la Direzione centrale traffico, che ha ordinato di evacuare i treni: «Se venisse accertato che queste situazioni sono state cagionate dagli ordini arrivati dalla Dct – assicura Improta – è naturale che scatteranno provvedimenti nei confronti dei responsabili».

Intanto la Commissione di indagine disposta dal Campidoglio si insedierà nella giornata di lunedì, annuncia l’assessore: «Sono già stati acquisiti una serie di riscontri su quanto accaduto ieri. Abbiamo dato incarico alla Commissione di valutare se alcuni comportamenti posti in essere abbiano alterato lo standard di sicurezza che deve essere garantito ai passeggeri e non solo si sono registrate infatti almeno tre aggressioni, purtroppo non solo verbali, ad agenti di stazione». Micaela Quintavalle, l’autista Atac presidente del sindacato Cambia-Menti 410, però si dice certa del fatto che «il macchinista non ha alcuna responsabilità. C’era il segnale rosso, è stato chiamato dalla Dcp e si è dovuto fermare per una questione di sicurezza». Anche l’Ugl, in sindacato che ha indetto lo sciopero garantisce che «se c’è stata una violazione è un qualcosa che non è stato nè previsto nè richiesto dal sindacato». E rilancia annunciando a breve un altro sciopero.