Ebola, ospedale di Latina centro di riferimento

21/10/2014 di
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ebola-virusIl protocollo regionale per la gestione del virus Ebola è stato sottoposto alla commissione Politiche sociali e Salute del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Rodolfo Lena (Pd), nel corso di un’audizione richiesta dal M5s.

In rappresentanza dello Spallanzani, centro nazionale di riferimento, spiega una nota della Pisana, sono intervenuti il commissario straordinario Valerio Fabio Alberti, il direttore scientifico Giuseppe Ippolito, il primario del reparto Infezioni sistemiche Nicola Petrosillo da poco rientrato da un’esperienza sul campo a Lagos, in Nigeria. Per la direzione Salute della Giunta era presente Amalia Vitagliano, che ha riepilogato i tratti salienti del protocollo e ha annunciato che sarà designata, per ciascuna Asl e azienda ospedaliera, una figura unica di riferimento per la gestione dell’emergenza Ebola.

«Sono partiti, inoltre, percorsi formativi e informativi ad hoc rivolti a tutto il personale sanitario regionale coinvolto», ha aggiunto. Secondo il protocollo, i reparti di Malattie infettive degli ospedali di Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti sono identificati come centri di riferimento. I reparti dell’Umberto I, del Gemelli e dello Spallanzani costituiscono invece le strutture di riferimento per le esigenze di Roma e provincia. In presenza di un caso sospetto, le indagini specifiche per il virus Ebola sono centralizzate presso il laboratorio di virologia dello Spallanzani, con preventiva segnalazione al ministero e alla Regione.

«Abbiamo predisposto stanze di alto isolamento, in attesa dell’attivazione di una analoga struttura a cura della Protezione civile – ha spiegato il commissario Alberti -. Il nostro personale è adeguatamente addestrato e continuamente formato e aggiornato. Raccomandiamo l’adozione di adeguate misure di protezione da parte di tutti gli operatori coinvolti nel prelievo e confezionamento di campioni da inviare al nostro laboratorio, attenendosi scrupolosamente al protocollo regionale». Secondo il documento, le Direzioni sanitarie sono invitate a tenere un registro dei contatti identificati presso la propria struttura e ad emanare disposizioni affinchè i sanitari, fin dal primo impatto con un paziente sospetto, provvedano a registrare data, orario, nome, domicilio e contatto telefonico. Devono essere inoltre istruiti a comunicare qualunque esposizione non protetta o inosservanza/variazione delle procedure raccomandate. Per il presidente Lena «adesso occorre avviare una puntuale verifica sulla corretta applicabilità del protocollo regionale, contattando tutti i Pronto soccorso e tutti i punti di accesso al nostro sistema sanitario in modo da individuare da subito eventuali debolezze da correggere». Rispetto al ruolo di primo piano su scala nazionale dello Spallanzani, Lena ha auspicato «un pronto sblocco delle risorse ministeriali per consentire l’adeguamento e il potenziamento delle dotazioni dell’Istituto, ancora una volta in prima linea con competenza e solerzia per garantire la salute pubblica su tutto il territorio italiano».

  1. Senza nessuna polemica mi viene da dire: stamoo apposto allora……

  2. si son dimenticati di asserire con LOGICA e RAZIONALITA’ che gli ammalati dovrebbero essere curati sul luogo del contagio non trasportati in Italia (Europa).

    Meglio spendere qualche milioni di euro in più per circoscrivere l’area di contagio e predisporre presidi medici avanzati per curarli sul posto anziché trasportare il virus a casa nostra!