Asili nido, stop ai furbetti dei redditi fasulli

10/10/2014 di
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porcari_fabrizio_001143Beneficiano del servizio di prima infanzia, hanno i propri figli iscritti a un asilo nido comunale, rientrano nella fascia di reddito compresa tra zero e 5mila euro, ma sono entrambi lavoratori. Ma se entrambi questi genitori lavorano come possono guadagnare così poco? Un problema che va avanti da anni, ma ora i consiglieri comunali del Partito democratico annunciano che valuteranno i dati in maniera approfondita nelle prossime commissioni, che saranno convocate per verificare l’attendibilità delle dichiarazioni reddituali e apportare una serie di modifiche al regolamento per l’accesso agli asili nido comunali.

«Proporremo una revisione del regolamento comunale – afferma Fabrizio Porcari – a partire da alcuni requisiti richiesti per l’accesso ai nidi: il lavoratore dipendente, per esempio, sarà considerato tale solo se raggiungerà un numero minimo di ore lavorative. Oggi invece anche chi lavora solo pochissime ore a settimana viene considerato lavoratore. Per i liberi professionisti con partita Iva sarà considerato lavoratore solo chi avrà un reddito minimo tale da dimostrare la reale occupazione giornaliera che giustifica la necessità del servizio di nido, oggi invece viene considerato lavoratore una qualsiasi persona con partita Iva anche se a reddito zero».

«Chiederemo poi per il prossimo anno una rimodulazione di tutte le fasce di reddito. Attualmente – spiega il democratico facendo un esempio – tutte le fasce di reddito ISEE sopra i 18mila euro pagano la retta più alta, pari a quella da versare per una struttura privata. In poche parole per il Comune di Latina chi ha un reddito ISEE sopra i 18mila euro è ricco. Noi pensiamo che non sia così, perché la fascia di ISEE tra i 18mila e i 25mila euro rappresenta la fascia medio-bassa della popolazione, cioè quei genitori entrambi lavoratori, nella maggior parte dei casi dipendenti, per i quali avere la possibilità di portare il proprio bambino all’asilo nido comunale rappresenta una boccata d’ossigeno e un aiuto concreto nell’economia familiare».

«Con queste modifiche – conclude Porcari – intendiamo migliorare il servizio perché sia garantito a chi ne ha davvero bisogno e allo stesso tempo vogliamo ridurre al minimo il rischio di evasione o di false dichiarazioni che rappresentano la rovina dello Stato Sociale, in quanto chi dichiara il falso non solo riceve qualcosa che non merita, ma toglie una possibilità di aiuto a chi ne avrebbe realmente bisogno».

  1. fatelo anche alla materna ed elementari, e dato che ci siete date un’occhiata alla mensa, al cibo che arriva a scuola…

  2. ma non è possibile l’Italia è un Paese abitato da persone onestissime!

  3. Ogni anno ci sta un politico che fa questa uscita… ma ogni anno nulla di fatto. Forse perché sono i parenti stessi della classe politica i primi a fare questa truffa? O forse perché sono gli elettori principali?

  4. Visto che ci siete controllate anche le associazioni, associati e tutti patrocinati..

  5. La responsabilità di chi effettua false dichiarazioni reddituali è delle persone, non delle associazioni che compilano l’ISEE
    Basta con i furbetti del quartierino che accompagnano i figli col Suv dietro l’angolo, dichiarando zero

  6. rimodulate anche le tariffe delle mense! ISEE sopra 20 mila euro deve pagare la tariffa massima! Se hai una casa di proprietà, anche se ti mancano 30 anni di mutuo da pagare, ti colloca proprio lì!!!

  7. ma se i primi ad avere agevolazioni fiscali, bonus, benefit perfino per farsi massaggiare le chiappe nelle Spa sono i Senatori e Deputati della Repubblica mi pare ovvio che anche l’ultimo dei cittadini italiani si ingegni per fare altrettanto.