Fecondazione eterologa, boom di richieste a Latina

06/09/2014 di
neonato-latina-bimbo-467527622

neonato-latina-parto-ospedaleBoom di richieste a Latina per la fecondazione eterologa. Il centro del “Santa Maria Goretti”, diretto da Rocco Rago, è in attesa degli ultimi passaggi burocratici prima di poter avviare la procedura. Mancano però le disposizioni della Regione Lazio e i tempi potrebbero non essere brevi, come scrive Il Messaggero.

Le richieste sono davvero tante specialmente dopo l’approvazione delle linee guida da parte delle regioni.

IN EMILIA ROMAGNA GIA’ SI COMINCIA.  In Emilia-Romagna partirà la prossima settimana, sarà a carico del servizio sanitario e si potrà fare in tutti i 21 centri che già praticano la fecondazione omologa. In Liguria, già in questi giorni, le coppie potranno contattare i due centri specializzati per entrare nelle prime liste d’attesa e ci sarà un ticket da pagare sulla base del reddito e in Puglia partiranno presto centri importanti. Il giorno dopo l’approvazione da parte della conferenza delle Regioni delle linee guida per la fecondazione eterologa, da nord a sud arrivano notizie sulle modalità con cui queste verranno recepite. Le regioni, pur con le proprie sfumature legate a colori politici e sensibilità ideologiche, insomma, si muovono. E se Vendola, lo ha spiegato dalla Festa nazionale dell’Unità di Bologna, ha detto che le azioni per il recepimento saranno «immediate», la sua collega Debora Serracchiani, sempre da Bologna, ha spiegato che «il Friuli Venezia Giulia sta già lavorando sull’individuazione logistica delle strutture». In Piemonte la delibera di recepimento sarà approvata il 15 settembre e il ticket sarà sul tipo di quello per l’omologa sui 600 euro. Dopo il lavoro in sede di conferenza (apprezzato anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini), presidenti e assessori da un lato recepiscono. E dall’altro tornano a chiedere al parlamento una legge («Vedremo se i gruppi decideranno di procedere per via legislativa», ha detto ancora Boldrini, ricordando che però un vacuum legislativo non c’è). «Governo e Parlamento facciano una legge – ha detto Chiamparino – uno strumento che consente di aggiungere le risorse necessarie per coprire i maggiori costi. È chiaro che le linee guida approvate ieri sono già sufficienti per operare. Ma se c’è la legge è meglio». Che però, ha auspicato l’assessore dell’Emilia-Romagna, non si limiti a recepire la sentenza della Consulta che ha aperto alla fecondazione eterologa, ma «alla legge 40 nel suo complesso. Penso alla diagnosi pre-impianto. Vogliamo aspettare ancora la Corte costituzionale?». Già, perchè dopo 10 anni, ha detto Lusenti, «mi aspetto la revisione di una legge che già dieci anni fa segnava il suo tempo. Figuriamoci ora», senza che questo riaccenda i furori ideologici («una banda di oscurantisti» li ha definiti Vendola) che animarono l’approvazione della legge e il successivo referendum. Sgombrando il campo da un tema che – calcoli alla mano – è, per l’assessore, marginale: quello dei costi: il 10-15% in più. Maroni, su questo, è molto, molto più cauto. Perchè è anche alla voce costi (e a quella di un’assenza di una norma nazionale) che vede quei «dettagli non trascurabili da definire» che però non dovrebbero impedire l’approvazione di una delibera di recepimento venerdì prossimo.

ANALISI E PROCEDURE. Le linee guida sulla fecondazione eterologa approvate ieri dalle Regioni sbloccano la situazione sul tema. Ma cosa cambia effettivamente ad oggi? E cosa devono fare le coppie che vogliono accedere alla pratica? È bene precisare che solo la Toscana (la capofila dove già si è partiti) lo scorso mese e la Liguria ed Emilia Romagna (oggi) hanno recepito le linee guida, per cui bisognerà attendere che tutte le Regioni facciano lo stesso nel proprio ordinamento e poi producano le delibere del caso, per parlare di semaforo verde in tutta Italia. Costi? La pratica sarà gratuita o con ticket che si profila sulla base del reddito, ma solo per le donne ‘riceventì in età potenzialmente fertile (limite a 43 anni). Al momento della richiesta occorre presentare il certificato di infertilità o sterilità. A chi rivolgersi? Per quanto riguarda i centri, le linee guida chiariscono che sono gli stessi autorizzati/accreditati per l’omologa conformemente alle leggi regionali. Per quanto riguarda gli esami per la coppia ricevente nulla cambia rispetto a quelli per accedere alla fecondazione omologa. «Le analisi e gli screening da effettuare per la coppia ricevente sono gli stessi. Cambiano chiaramente tutti gli aspetti legati al donatore/donatrice esterno – afferma l’assessore alla Salute della Toscana, Luigi Marroni -. Per quanto ci riguarda al più presto faremo una delibera per disciplinare l’aspetto del ticket e poi credo che ad ottobre inizieranno fisicamente le prime pratiche di fecondazione eterologa». «Il percorso diagnostico per l’eterologa è del tutto simile a quello per l’omologa – evidenzia il presidente di Cecos Italia (Centri studio e conservazione di ovociti e sperma umani), Maria Elisabetta Coccia -. In Toscana si è già partiti. Ora per fare in modo che in tutto il Paese si possa accedere alla pratica occorre che tutte le Regioni recepiscano le linee guida».

  1. La Sanità (ora detta Salute) deve essere uguale in tutta Italia.
    Togliere questa competenza alle regioni.