Tumore alla tiroide, aumentano i casi a Latina

04/09/2014 di
dott

dott. PaceDa uno studio dell’Associazione italiana Registro Tumori è emerso che l’incidenza del tumore alla tiroide nei pazienti di età inferiore a 20 anni nella provincia di Latina è in aumento. In base a questi dati, l’associazione ha potuto stabilire che il tumore della tiroide è il terzo in ordine di frequenza nelle bambine nella fascia di età tra 5 e 14 anni, e solo al 5° posto nella media dei Registri Italiani.

Sebbene le malattie della tiroide siano il motivo più frequente di consultazione negli ambulatori endocrinologici di ogni ospedale italiano, il diffondersi delle patologie tiroidee è dovuto anche alla poca informazione e prevenzione che le strutture sanitarie fanno tra la popolazione, al fine di portare a conoscenza il problema e avviare delle campagne di sensibilizzazione e controllo, soprattutto in aree a rischio come la provincia di Latina.

L’elevata incidenza di patologia tiroidea in Italia è legata a un problema di carenza iodica nel nostro territorio. L’Italia è un paese povero di iodio, nonostante la sua prevalente esposizione al mare. Tuttavia, anche chi abita in prossimità di località marine non è al sicuro dalla possibilità di contrarre patologie legate alla tiroide poiché lo iodio utile per il ciclo degli ormoni tiroidei deve essere assimilato attraverso lo stomaco e l’intestino, mentre non risulta particolarmente efficace se respirato.

Attualmente, l’unica profilassi per l’assimilazione dello iodio, sostenuta anche dal ministero della Salute, è quella con sale iodato. “Noi italiani, e quindi soprattutto i nostri bambini – spiega la dottoressa Daniela Pace, specialista in endocrinologia e malattie del ricambio del Valmontone Hospital – siamo esposti a un rischio medio – grave di carenza iodica fin dai primi giorni di vita; bisogna quindi entrare nell’ordine di idee di compensare questa mancanza per rendere ottimale il funzionamento della tiroide. Proprio i bambini trarranno i maggiori benefici da questa profilassi e, con l’andare del tempo, potremo forse registrare in Italia un’incidenza di patologie tiroidee al di sotto dei limiti di endemia”.

I noduli tiroidei sono il problema più frequente riscontrato dai medici: alcuni studi dimostrano che circa il 30 – 50% delle persone esaminate presenta noduli tiroidei singoli o multipli. All’interno di questa percentuale, la frequenza di tumori corrisponde a circa il 4 – 5%. “L’età e il sesso del paziente – sottolinea la dottoressa Pace – costituiscono elementi importanti: i noduli maligni sono infatti percentualmente più frequenti nel sesso maschile e ai due estremi della vita. In particolare, al di sotto dei 14 anni la probabilità che un nodulo sia di natura tumorale è elevata, pari al 50% in alcune casistiche”.

Per una corretta prevenzione delle patologie tiroidee l’ecografia è la pratica più utilizzata poiché è economica, poco invasiva e di rapida esecuzione.L’ecografia tiroidea, in primo luogo, fornisce dettagliate informazioni sulle dimensioni, le caratteristiche e sul numero delle lesioni nodulari. L’agoaspirato tiroideo, invece, risulta particolarmente efficace nella diagnosi del carcinoma papillifero.

“Nella maggior parte dei casi – conclude la dottoressa – i noduli tiroidei sono asintomatici e solo una quota minoritaria di pazienti lamenta sintomi, danno estetico o alterazioni della funzionalità tiroidea. Tuttavia, la storia naturale della patologia nodulare tiroidea è spesso caratterizzata dalla tendenza all’incremento dimensionale e numerico dei noduli”.

  1. che dipenda anche da altri fattori? Oppure da un insieme di fattori? Magari l’inquinamento della acque potabili, dell’aria, del cibo?

    E’ curioso il fatto che l’essere umano ha inquinato terra aria ed acqua i tre elementi fondamentali alla vita e conseguentemente i prodotti agroalimentari e poi si attribuiscono le patologie tumorali a fattori “naturali”?

  2. “L’elevata incidenza di patologia tiroidea in Italia è legata a un problema di carenza iodica nel nostro territorio”…………. che ipocrisia. Si parla di Latina, dove i tumori tiroidei sono in aumento e non si menziona la centrale nucleare a Sabotino….andate a vedere le statistiche delle persone che abitano in quella zona…….. mi sembra la stessa storia di quando si disse che nel rione Tamburi a Taranto le persone si ammalavano di tumore al polmone perchè fumavano troppo……. povera Italia e povera disinformazione

  3. Concordo, la vertià è un altra cosa….
    la vicinanza ad un deposito di materiale radioattivio è sempre una dele prime cause di questi picchi negli studi epidimeologici….

  4. Che le radioazioni ionizzanti abbiano un ruolo nel favorire il carcinoma papillifero della tiroide e’ cosa certa e scientificamente riconosciuta da molti anni…vale per la radioterapia come per le centrali nucleari. L’articolo pero’ voleva far “passare tra le righe” sia l’aumento dell’incidenza del cancro della tiroide sia quello di far uso di sale iodato.Purtroppo, nonostante sia in commercio da molti anni, ancora molte persone non ne conoscono l’importanza…cosi’ facendo…i nostri figli potranno soffrire in eta’ adulta di noduli tiroidei, sopratutto se c’e’ familiarieta’. Ricordo che l’organizzazione mondiale della sanita’ raccomanda introito di iodio in gravidanza anche perche’ tutti gli studi scientifici riconoscono che la carenza iodica non va bene alla mamma e al nascituro. L’articolo voleva avere l’oviettivo di divulgare e sensibilizzare…sicuramente non si puo’ sintetizzare tutto il poche righe e magari si puo’ considereare la possibilita’ di ulteriori aprofondimenti e valutero’ insieme ai responsabili del giornale. Quanto ai rifiuti tossici sotterrati non c’e’ relazione con il cancro della tiroide (non abbiamo studi in tal senso), mentre e’ stata riscontrata relazione con altre neoplasie.