Sistema Formia, chiusa l’inchiesta su appalti e licenze

08/07/2014 di

procura-latinaChiusa l’inchiesta su politici, amministratori e imprenditori di Formia su licenze commerciali, appalti e destinazioni d’uso. Il “sistema Formia” è al vaglio della Procura che ipotizza una serie di reati. Nell’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano risultano indagati a vario titolo 20 persone per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, abuso d’ufficio e falso.

Ci sono anche l’ex sindaco di Formia ed ex presidente del Consiglio provinciale di Latina Michele Forte, l’ex vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici Benedetto Assaiante, il comandante dei vigili urbani Rosanna Picano, i dirigenti comunali Italo La Rocca (Servizi sociali), Stefania Della Notte (ex responsabile del settore Urbanistica, oggi all’Ambiente), Tiziana Livornese (settore sviluppo economico e bilancio) e l’ex dirigente dell’Urbanistica Roberto Guratti (ora a Gaeta), i consiglieri comunali Antonio Di Rocco (Udc) ed Erasmo Picano, gli ex consiglieri comunali Totò Calvano e Stefano Paone (quest’ultimo ad del pastificio Paone), il tenente dei vigili urbani Luigi D’Elia e il tecnico comunale Sergio Spinosa, i funzionari comunali Filippo Gionta e Mariangela Parasmo, l’architetto Agostino Di Mille (progettista dei lavori aell’ex pastificio Paone). E ancora: Antonio D’Ambrosio, amministratore dell’Aurora Immobiliare, società con sede a Nola e proprietaria del terreno in contrada Acquatraversa, Flavio Fantasia, amministratore delegato del discount Todis di Formia, Patrizia Giglio e Angela Ciardi, presidente del Consorzio Intesa, la cooperativa vincitrice dell’appalto per la gestione dell’ex asilo comunale La Vecchia Quercia. Per sei degli indagati (Michele Forte, Antonio Di Rocco, Roberto Guratti, Stefania Della Notte, Erasmo Picano e Totò Calvano) è ipotizzato il reato di associazione per delinquere.

Secondo l’accusa a Formia c’era un sistema di potere che gestiva molti interessi. L’accusa parla di “pressioni esercitate su dirigenti, abusi legati alle cariche, autorizzazioni in zone inedificabili (come la cooperativa Luci sul Golfo) e per parcheggi privati (in piazza Risorgimento), perizie e documentazioni false, mancati sequestri di manufatti abusivi, millantato credito e ingiusto profitto personale, uso dell’auto blu per scopi privati”.

Ora gli indagati potranno presentare documenti e memorie scritte. Poi la Procura potrebbe chiedere il rinvio a giudizio.