Consorzio di Bonifica, lavoratori senza stipendio rischiano la casa

23/06/2014 di
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sede_consorzio_bonifica_latina_76et«Non si placano le tensioni all’interno del Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino di Latina, nel quale da mesi i lavoratori non percepiscono più regolarmente lo stipendio». Così una nota di Flai Cgil, Fai Cisl, Filbi Uil.

«Nonostante le rassicurazioni, la situazione si fa ogni giorno più complicata, mancando tre mensilità nelle tasche dei lavoratori. In più c’è anche l’atteggiamento della dirigenza che non perde tempo nel tenere sotto stress i lavoratori arrivando anche a sollecitazioni che assumono sempre di più il tono di velate minacce».

«Oltre al danno anche la beffa questo no, non è tollerabile – dicono i segretari di Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil, Priori, Siracusa, Manciocchi – i lavoratori hanno dovuto fare ricorso ai decreti ingiuntivi per evitare di essere sfrattati o per impedire l’avvio delle procedure di revoca dei mutui. L’attività è paralizzata, l’ente stesso ha annunciato di non essere in grado di garantire l’irrigazione, mancano i soldi, la situazione è di totale sbando. In tutto ciò invece di preoccuparsi tutti i giorni di trovare i soldi per mandar avanti il consorzio il direttore si preoccupa di richiamare i lavoratori, addirittura arrivando a dire che non possono andare in ferie. Questo comportamento è inaccettabile. Il direttore che è anche lautamente e profumatamente pagato in quanto direttore anche dell’Anbi regionale si preoccupasse di pagare gli stipendi e con lui il presidente. Se non sono in grado si dimettano e si tolgano di torno».

«A più riprese informalmente abbiamo chiesto all’assessorato regionale all’ambiente di essere ricevuti – proseguono i tre sindacalisti – abbiamo più volte fatto sapere qual’è la situazione che riguarda non solo Latina, ma anche Rieti e i problemi di altri consorzi, ma al di là di assicurazioni verbali nulla si è mosso. Di sicuro la regione ha le sue responsabilità, tali e quali a quelle dei dirigenti dei consorzi di bonifica, ma il suo compito è anche quello di fare cabina da regia. Invece l’assessore Refrigeri pensa di glissare sull’argomento, latita, mentre i problemi aumentano. L’assessore – continuano Priori, Siracusa, Manciocchi – ci deve far capire non solo come avere le risorse degli anni precedenti, ma anche come intende proseguire per il futuro, visto che ci risulta che non ci sono risorse disponibili per i consorzi di bonifica da oggi fino al 2018. Ora basta, la politica e chi gestisce i consorzi si assumano le loro responsabilità, visto che ad oggi ci hanno rimesso i cittadini e i lavoratori, diversamente faremo atti eclatanti e tutte le denunce del caso per tutelare gli interessi dei lavoratori a cominciare dai decreti ingiuntivi collettivi che faremo nei confronti del Consorzio e della Regione Lazio. Proviamo anche amarezza – concludono i sindacalisti – nel leggere notizie di stampa dove si sottolineano le carenze nella pulizia dei canali e negli interventi di manutenzione, ma purtroppo i lavoratori senza mezzi e soldi possono fare molto poco e questo perché primi tra tutti i lavoratori hanno sempre fatto il loro dovere, come stanno facendo anche adesso».

  1. non devono dimettersi queste persone, troppo gentile, devono essere mandate a casa

  2. I lavoratori chiedano i danni a chi nel passato gli ha sponsorizzati, gli sfrattino le ville , le barche e parte dei lauti stipendi pubblici in regione, provincia etc
    Chi non ha avuto sponsor, non percepisce lo stipendio da sempre, disoccupato a vita, in attesa di paghetta dal padre centenario.

  3. Ma volete caccia sti dirigenti inadeguati, buoni solo a prendere soldi pubblici, senza riuscire a valorizzare assolutamente niente….. Chiedete a loro se a fine mese gli arriva lo stipendio…….MADIAMOLI A CASA A CALCI NEL CU.O!!!!
    AVETE ROTTO ER C…O!!!!!!

  4. Però le tasse del consorzio arrivano, e se non le paghi sono guai, invece i servizi del consorzio (pulizia canali e fossi, manutenzione chiuse, ecc.) lasciano molto a desiderare.

  5. Il consorzio deve pagare i suoi dipendenti.
    Però una volta il 60% erano operai (adesso si chiamano tecnici), il 20% o più erano amministrativi, e qualcuno dirigente.
    Oggi i “tecnici” li prendono in appalto, e i resto (cioè quai tutti) aspettano gli stipendi…

  6. non capisco il problema. I bilanci sono pubblici e da una attenta analisi si possono capire di chi sono le responsabilità.

  7. purtroppo è il solito Ente pubblico diventato uno stipendificio per i politici trombati.