Clandestini a Latina, vertice in Prefettura

05/10/2010 di
barca_immigrati_clandestini_latina_675676

Si è svolto oggi un vertice in prefettura, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle forze di polizia e i comandanti delle capitanerie di porto di Gaeta e di Anzio, dopo lo sbarco di ieri di decine di immigrati sulle coste di Latina. Il prefetto Antonio D’Acunto, insieme alle forze dell’ordine, ha fatto il punto della situazione, predisponendo l’intensificazione, a scopo di prevenzione, di tutte le misure di controllo del territorio, estese anche a stazioni ferroviarie e vie di transito.

Il dipartimento della Pubblica sicurezza provvederà questa sera al rimpatrio dei cittadini stranieri, esclusi i tre minorenni. Gli immigrati identificati ieri, e bloccati a Latina e ad Anzio, sono in tutto 25 e sono di nazionalità egiziana. La prefettura ha reso noto che sono tutti in buone condizioni di salute e che hanno trascorso la notte in una struttura comunale adibita a dormitorio, assistiti dalla Croce rossa attivata dalla prefettura. Intanto le indagini vanno avanti per rintracciare l’eventuale presenza sul territorio di una base logistica che abbia fornito mezzi e aiuto all’organizzazione che ha condotto i clandestini a bordo del peschereccio sulle coste del Lazio dal Nord Africa.

E quello di ieri, per le coste laziali è stato il primo viaggio della speranza: un barcone di 20 metri, con a bordo decine di clandestini, dopo 10 giorni di viaggio dal nord Africa, è sbarcato all’alba in località Capoportiere. Un viaggio che per le forze dell’ordine è stato pianificato da un’organizzazione dietro pagamento di una somma non inferiore ai 2 mila euro. L’allarme è scattato intorno alle 5 di ieri mattina, quando un peschereccio ha notato l’imbarcazione sospetta, da cui fuoriusciva fumo, che si avvicinava alla costa. È bastato poco per chiarire che si trattava di uno sbarco di clandestini. È probabile che gli immigrati a bordo del peschereccio fossero circa 70.

CUSANI – «Sono alla ricerca di nuove rotte e una di queste è proprio quella che porta sulle nostre coste. Ho incontrato la Guardia di finanza e la Capitaneria di porto e ci siamo chiesti come sia stato possibile che il barcone sia riuscito a giungere fino alla nostre coste». Lo ha detto all’ADNKRONOS il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani. «La rete di controllo delle coste italiane – ha spiegato il presidente Cusani – è a maglie e se una di queste, per i motivi più disparati, salta il controllo allora ecco che avviene ciò che è successo sulle spiagge di Latina. L’Italia è la zona dell’Europa più esposta ai traffici nel mediterraneo e ora, visto che le rotte del meridione sono più controllate, ecco che il medio e alto Tirreno diventano nuove zone di interesse per questi sbarchi. In ogni caso, – ha aggiunto Cusani – c’è un mondo di essere umani che soffre e noi non possiamo far finta di niente. Siamo a due passi dall’inferno. Bisogna aumentare gli sforzi chiedendo all’Europa di scendere in campo in aiuto delle tante persone del Medio Oriente e del Nord Africa soffrono e cercano rifugio qui da noi».

MARONI – Lo sbarco di una trentina di clandestini egiziani ieri, sulle coste laziali di Latina, è stato un «fatto isolato, anomalo». Lo ha detto il ministro dell’Interno italiano, Roberto Maroni, al termine di una riunione svolta oggi in Prefettura a Cagliari con i comandanti generali delle forze di polizia. Ieri un barcone di 20 metri con a bordo decine di clandestini, dopo 10 giorni di viaggio dal nord Africa, era sbarcato all’alba sulle coste di Latina, in località Capoportiere. Un viaggio che per le forze dell’ordine era stato pianificato da un’organizzazione dietro pagamento di una somma non inferiore ai 2 mila euro. Dal barcone, ha precisato Maroni, sono sbarcati 25 immigrati, 21 dei quali maggiorenni saranno rimpatriati già stasera. «Il peschereccio non arrivava dalla Libia, ma da un altro paese, l’Egitto – ha precisato Maroni – a dimostrazione che l’accordo con la Libia funziona. Proprio oggi c’è in Libia una delegazione della Commissione europea, mi auguro che questo serva a rafforzare i rapporti tra Europa e Libia. Finora l’Italia si è presa in carico il contrasto all’immigrazione clandestina, con oneri non indifferenti». «Il fatto importante è che tutti i maggiorenni sbarcati a Latina verranno rimpatriati già ogg – ha detto Maroni -. Abbiamo dato una risposta immediata, visto che l’accordo con l’Egitto funziona egregiamente». Oggi è intervenuto sul tema anche il ministero degli affari esteri egiziano, avvertendo contro i rischi dell’emigrazione illegale. Il viceministro Mohamed Abdel-Hakam, riporta la Mena, ha in particolare invitato chi vorrebbe lasciare il Paese ad investire il proprio denaro nei progetti del Fondo sociale per lo sviluppo. Il ministro Maroni ha poi diffuso i dati sugli sbarchi in Sardegna, che sono stati dall’inizio dell’anno 299, rispetto ai 462 dello stesso periodo del 2009. «Una diminuzione del 35% – ha osservato Maroni – grazie anche agli accordi presi con Algeria e Marocco. Sono già stati rimpatriati 165 clandestini provenienti dall’Algeria».

VATICANO – «Il caso dello sbarco a Latina di un centinaio di migranti provenienti da Paesi africani e dal Medio Oriente è sintomatico di una pluralità di forme di arrivo in Italia che non possono essere controllate con costose politiche di respingimento». Lo dice monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, riferendosi all’arrivo di decine di immigrati giunti ieri all’alba sulla spiaggia di Latina, dopo giorni di viaggio dal nord Africa. «La mancanza di forme adeguate ed efficaci di ingresso regolare (decreto flussi, regolarizzazioni, sponsor), i tempi lunghi e la burocrazia portano i migranti a scegliere le vie brevi di un ingresso irregolare, che porta con sè sfruttamento, violenze e talora morte», aggiunge don Perego in una nota apparsa sul sito della Migrantes. «Un Paese che oggi riesce ad affrontare la crisi anche grazie al bacino di lavoro flessibile e precario degli immigrati necessari ormai in diversi settori (agricoltura, industria, turismo, servizi..) non può continuare a fingere che gli immigrati sono un peso, un rischio, un costo e negare ogni forma di ingresso regolare, che tutela i migranti e le città dove giungono», conclude monsignor Perego.