Coppia gay scrive una lettera a Papa Francesco

24/04/2014 di
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Dopo un ricorso in standby alla Corte europea dei diritti dell’uomo e parecchi ‘nò al matrimonio che hanno celebrato all’Aja nel 2002 (tra i primi omosessuali italiani volati all’estero per sposarsi) Antonio Garullo e Mario Ottocento ora scrivono al Papa. Con uno stile informale e dandogli del tu, la coppia di artisti di Latina gli chiede un ‘segnalè sul riconoscimento di quell’unione chiesto per la seconda volta al ministero dell’Interno, dopo l’atto di indirizzo approvato nei giorni scorsi dal loro comune di residenza, favorevole alla trascrizione delle nozze nel registro delle unioni civili, sulla scia del caso di Grosseto.

«Egregio Papa Francesco», è l’incipit della lettera scelto dalla coppia «ispirandosi allo stile comunicativo e pastorale del pontefice», spiegano. Dopo aver citato le parole di Francesco sugli omosessuali («Chi sono io per giudicarli?»), gli sposi scrivono: «Negli ultimi anni ci siamo trovati spesso a frequentare le aule dei tribunali e mentre giudici e avvocati proferivano parole che feriscono più delle pietre, il nostro sguardo si posava su quel crocifisso che ‘adornà gli uffici pubblici, ridotto più a simulacro di potere che a grido di Salvezza per l’umanità, in un muto dialogo gli chiedemmo: ‘Anche tu?». E concludono: «Ecco vorremmo poter fare anche a Lei la stessa domanda e guardandoci negli occhi poterLe chiedere: ‘Anche tu, caro papa Francesco?».

  1. Beh pretendere che la Chiesa cambi idea sull’omosessualitò significa chiederLe di negare la propria essenza. Come chiedere a chi è omo di rinunciare a se stesso
    Ora non esageriamo
    Amatevi e andate in pace

  2. Gia’ dalla lettera si intuisce la loro arroganza( riferimenti al crocifisso, i giudici che feriscono con le parole ecc….)
    Ma fatela finita !!!!!!

    Per fortuna che c’e’ la chiesa in Italia altrimenti sai che schifo si vedrebbe in giro?

  3. confidiamo in te Papa Francesco…. ricordati bene le parole che hai detto, la famiglia è formata da uomo e donna…. occhio a chi ti si presenta davanti….!!!

  4. Rispettiamo giustamente il loro “amore”, come si addice ad una società civile; forse però ora stanno un pò esaggerando nel cavalcare l’onda emotiva del momento che li ha posti al centro dell’attenzione.
    Hanno ottenuto già moltissimo (poi da un sindaco che si proclamava di destra, ma che di fatto…), ora stiano un pò tranquilli, senza calcare la mano sulla Chiesa e sul Papa, pretendendo ed esigendo risposte e riconoscimenti usando il ricatto morale.
    Non aggiungo altro.

  5. Cari Antonio e Mario quel “chi sono io per giudicarli?” di Papa Francesco lo dovete intendere bene e non strumentalizzarlo a vostro favore. Significa non dare né un giudizio di condanna, né un giudizio di approvazione. Semplicemente misericordia cristiana per le fragilità umane. Anche a Gesù rivolsero una domanda provocatoria e Lui rispose “rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. La trovate nei Vangeli di Luca Marco e Matteo. Chi ha orecchi intenda….