Pranzo di Pasqua, Coldiretti: i pontini non tagliano le spese

19/04/2014 di
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Più di due pontini su tre (67 per cento) non hanno tagliato la spesa a tavola per il pranzo di Pasqua, tra i quali il 62 ha mantenuto lo stesso budget e il 5 per cento lo ha addirittura aumentato. E’ quanto  emerge da una indagine Coldiretti sui comportamenti dalla quale si evidenzia, peraltro, che il 23 per cento ha invece contenuto le spese mentre il 10 per cento preferisce non rispondere.

“La stragrande maggioranza ha optato comunque – sottolinea Saverio Viola, direttore di Coldiretti Latina – per il pranzo casalingo con il 79 per cento a casa propria o in quella di parenti e amici ma senza allontanarsi. Il risultato è che quest’anno la spesa complessiva delle famiglie italiane per il menu di Pasqua scenderà inevitabilmente.

Un aiuto  al contenimento delle spese – continua Viola – è venuto anche dal calo dei prezzi per effetto della crisi con i listini delle carni ovine e caprine in diminuzione dello 0,3 per cento su base congiunturale mentre quelli del pesce fresco di mare di pescata si sono ridotti dell’1,2 per cento  ed un vero crollo si è registrato per le verdure e la frutta vendute a prezzi inferiori rispettivamente del 6 per cento e del 3,7 per cento rispetto allo scorso anno”.

“Le rinunce – aggiunge Carlo Crocetti, presidente di Coldiretti Latina – hanno riguardato però i prodotti simbolo della festa con ben il 24 per cento  degli intervistati che non ha acquistato l’uovo o la colomba industriale ma per fare economia si è puntato soprattutto sul contenimento degli sprechi, sulla scelta più oculata dei menu e sulla preparazione casalinga. Si registra infatti un ritorno al fai da te casalingo che non si verificava dal dopoguerra.  Più gettonate del solito sono state quest’anno le economiche uova utilizzate nelle numerose specialità locali diffuse sul territorio insieme alla tradizionale carne di agnello. Particolarmente gettonati gli agriturismi”.

  1. Il 10% preferisce non rispondere ad idiozie simili, copiate ed incollate chissà dove