Appalti Enac, arrestato un imprenditore di Latina

07/04/2014 di
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C’è un imprenditore di Latina tra gli arrestati a Roma nella maxi-inchiesta sull’Enac. Si tratta di Massimiliano Mantovano, 47 anni, amministratore della società Mgm spa ma anche “dominus” delle società Mast srl, 2T Appalti, Fama srl, Global Project srl, Resine Industriali srl, Edil Moter slr.

L’ACCUSA. Associazione a delinquere finalizzata ai reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso e frode nelle pubbliche forniture con un danno erariale di 8 milioni di euro. Con queste accuse sono scattate questa mattina sei ordinanze di custodia cautelare, tre in carcere e tre ai domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di Roma Maurizio Caivano ed eseguite dalla polizia di Stato con quella di Frontiera dell’Aeroporto di Ciampino.

In manette sono finiti alcuni funzionari pubblici dell’Enac, oggi sospesi da ogni mansione, tra cui l’ex direttore dello scalo romano, Sergio Legnante, competente anche per le basi di Roma Urbe, Aquino, Viterbo e Rieti, l’ingegnere Alfonso Mele, in servizio presso la Direzione centrale dell’Ente nazionale dell’aviazione civile, e l’imprenditore Massimiliano Mantovano, amministratore della società Mgm spa ma anche ‘dominus’ delle società Mast srl, 2T Appalti, Fama srl, Global Project srl, Resine Industriali srl, Edil Moter slr.

Ai domiciliari invece sono finiti due collaboratori di Mantovano – Luigi Guerrini e Adriano Revelant – e Renato Lolli, un altro dipendente Enac. Tra gli indagati ci sono però anche Miriam Brusca, altra collaboratrice di Mantovano e formale amministratrice della società Ma.St. srl, e Massimiliano Masti, commercialista di riferimento dell’imprenditore e formale amministratore della società Fama srl.

APPALTI PILOTATI. Gli indagati sono accusati di aver costituito un’organizzazione criminale che, tra il 2009 e l’inizio del 2014, ha fatto in modo che tutti i lavori eseguiti presso gli aeroporti minori del Lazio, in particolare presso quello di Roma-Urbe, fossero illegittimamente assegnati alle società riconducibili a Mantovano, “promotore e capo”, secondo il gip, dell’organizzazione criminale. Inoltre, alcuni lavori assegnati non sono stati eseguiti affatto oppure sono stati eseguiti parzialmente o in difformità dei relativi capitolati tecnici.

Per il giudice pesante anche la posizione di Legnante, ritenuto l'”organizzatore” della banda degli appalti negli scali aeroportuali del Lazio, per cui avrebbe messo “a servizio il proprio ruolo, le proprie informazioni riservate, determinando o comunque orientando le scelte dei lavori da eseguire, assicurando l’affidamento delle opere alle imprese di Mantovano, concorrendo nelle frodi nelle pubbliche forniture, autorizzando i pagamenti delle fatture per lavori mai in realtà eseguiti, impartendo ordini e comunicando per il tramite del proprio uomo di fiducia Guerrini, dell’ingegner Mele e di Lolli”, coinvolti a loro volta nella vicenda e considerati dal gip “partecipi”.

L’INCHIESTA. L’indagine sugli appalti irregolari è nata da una informativa della Polaria che tra il 2012 e il 2013 ha sviluppato una serie di segnalazioni di illeciti partite da un funzionario interno di Enac. Una prima informativa era già approdata alla procura di Roma nel 2009 ma gli accertamenti, avviati per abuso d’ufficio, si erano conclusi con una archiviazione. Questa volta, invece, il pm Palazzi e la Questura, nell’ambito di una investigazione piuttosto complessa, fatta di sequestri di documenti, perquisizioni e intercettazioni, hanno delineato il quadro degli illeciti compiuti dal 2009 al 2014. Dagli accertamenti è così emerso come fosse sempre e solo Mantovano ad aggiudicarsi i lavori, con la complicità dei funzionari Enac infedeli, che venivano poi subappaltati a società riconducibili allo stesso imprenditore, per importi nettamente inferiori rispetto a quanto contrattualizzato. Lavori irregolari che anche Enac ha certificato tramite indagine interna, ma solo dopo le perquisizioni ordinate dalla magistratura che determinarono la sospensione di Legnante e il suo trasferimento ad altro incarico.

In particolare l’attività investigativa ha riguardato una decina di gare truccate: anzitutto, l’appalto da 66mila euro per gli alloggi di servizio dell’aeroporto dell’Urbe aggiudicato alla società Fama Srl. I lavori furono affidati in subappalto allo Studio Bc, Claudio Bernacchi, per 4.500 euro. Sotto la lente degli inquirenti anche l’appalto per la costruzione della centrale idrica antincendio aggiudicata alla Mast Srl per 322mila euro e quello relativo al completamento dell’impianto anti-intrusione per 140mila euro finito alla 2t Appalti. Altra frode è quella relativa all’esecuzione del contratto per la costruzione della recinzione aeroportuale affidata alla Mgm, sempre di Mantovano: lavori per quasi 900mila euro che vennero subappaltati alla ditta Studio Bc ad un prezzo di 71mila euro. E ancora, la recinzione presso l’aeroporto di Aquino, un lavoro commissionato dalla società Hsd a un prezzo di 1.200 euro rispetto ai 4.200 concordati all’inizio e l’appalto per la realizzazione della viabilità interna aggiudicata alla Mgm per 886mila euro quando i lavori finirono in subappalto alla Edil Moter per 90mila euro. Infine sono emersi illeciti anche nei lavori per la realizzazione di hangar presso l’aeroporto dell’Urbe per circa 700mila euro aggiudicati alla società Resine Industriali anche questa riconducibile a Mantovano.

Per aver agevolato l’imprenditore, Legnante, inoltre, avrebbe “ottenuto l’esecuzione sotto costo (corrispondendo solo 50mila euro al posto dei 120mila pattuiti) dei lavori di ristrutturazione presso la propria abitazione all’Axa, lavori formalmente seguiti dalla società 2T Appalti srl ma di fatto realizzati dallo stesso Mantovano per il tramite delle sue maestranze”. Secondo gli accertamenti svolti dagli investigatori l’ex direttore di Ciampino avrebbe fatto “installare una piscina, totalmente a spese di Mantovano che ne sostenne i costi per il tramite della Mgm spa”. Non solo, ma Legnante avrebbe chiesto e ottenuto anche l’assunzione di suo fratello presso lo studio di un commercialista che si era accordato con Mantovano.

Lolli, invece, incaricato di seguire le procedure amministrative e membro della commissione per la scelta dei contraenti, in relazione all’appalto per la realizzazione di un nuovo cancello scorrevole presso l’Aeroporto dell’Urbe (lavoro affidato alla società Mami srl per un importo di 15.174 euro), avrebbe anche omesso un atto del suo ufficio: cioè evidenziare l’irregolarità dell’affidamento, accettando e ricevendo, fino all’ottobre 2013, da Mantovano, la somma di 500 euro. Secondo la procura, poi, tra il 2012 e 2013, sempre Lolli avrebbe ricevuto indebitamente da Mantovano “denaro in varie tranche in misura non inferiore a 4.300 euro”.

INTERCETTAZIONI. Intercettati dagli uomini della squadra mobile, gli indagati sembrava fossero del tutto consci che il sistema illecito delle gare d’appalto truccate fosse così oliato da essere noto. “Ma lo sanno tutti, siamo la barzelletta dell’Urbe” dicono al telefono due dei soggetti coinvolti. Nell’intercettazione, Miriam Brusca, segretaria di Mantovano, si spinge a dire, riferendosi agli amministratori dell’Enac: “So’ loro che fanno le cose sporche, perché noi ad un certo punto…uno può chiedere però se poi tu acconsenti… quelli che fanno una brutta figura so loro…”.In un’altra intercettazione due stretti collaboratori dell’imprenditore non usano giri di parole sulla qualità dei lavori in relazione al costo dell’appalto. “Hanno fatto con tremila e cinquecento euro – affermano – un lavoro di settantamila euro…”. E ancora, parlando con il suo interlocutore la Brusca afferma: “Ma gli posso dire… anche noi siamo anche Mami… cioè io parlo oltre che per la Mast, la Mgm, per la Global, per la Life, per la Fama, per la Due T a suo tempo…”.

  1. Er piccolo berlusca de noantri…. Mo fatte la galera che quando esci sai quanti appalti vincerai ancora….

  2. Scoperta dell’acqua calda, gli appalti sono (spesso) per amici e compari, storia vecchia