A Latina disoccupazione record: 19,6%

01/04/2014 di
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«Il disagio occupazionale della componente femminile della popolazione si correla alla dinamica complessiva dell’indice di disoccupazione generale registrando i valori più elevati nelle province di Latina (19,6%), Viterbo (17,4%) e Frosinone (16,9%) e scendendo significativamente a Roma (12,5%) e Rieti (12%)».

Sono questi alcuni dati contenuti nell’analisi su Occupazione e disoccupazione nel Lazio nel 2013 realizzata dall’Eures Ricerche Economiche e Sociali su dati Istat.

«Nel 2013 i disoccupati maturi (45-54 anni) in crescita del 36% (+14.500) – spiega l’analisi – Se la quota più consistente dei 310 mila disoccupati del Lazio si colloca nella fascia 25-34 anni (89,6 mila), di poco inferiore è la presenza dei disoccupati della fascia 35-44 anni (79,3 mila) e di quelli con 45+ anni (75,4 mila), mentre i meno numerosi sono proprio i giovani di 15-24 anni (64,2 mila), la cui esclusione dal mercato del lavoro è tuttavia particolarmente problematica in termini di mancato apporto della componente più dinamica e teoricamente portatrice di innovazione della forza lavoro. Se tra il 2008 e oggi i giovani hanno visto aumentare fortemente la loro esclusione dal mercato del lavoro (+54,4% i disoccupati della fascia 15-24 anni e +64,7% in quella 25-34 anni), una situazione forse ancor più drammatica, anche per le sue ricadute sociali, è quella dei cosiddetti ‘disoccupati maturì: nel solo 2013 i disoccupati tra i 45 e i 54 anni sono infatti aumentati del 36% (+14.600 unità in valori assoluti), mentre nel confronto con il 2008 l’incremento è stato del 125,1%, come conseguenza della deindustrializzazione che ha duramente colpito la nostra regione nell’ultimo decennio».

GIOVANI. «Nel 2013 anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) registra un nuovo record negativo, salendo nel Lazio al 45,9% (48,7% per la componente femminile e 43,4% per quella maschile), a fronte del 40% in Italia, con una crescita di ben 5,9 punti nell’ultimo anno (19,7 punti tra il 2008 al 2013)». Sono questi alcuni dati contenuti nell’analisi su Occupazione e disoccupazione nel Lazio nel 2013 realizzata dall’Eures Ricerche Economiche e Sociali su dati Istat. «Su base provinciale – spiega l’analisi – le criticità maggiori si rilevano ancora una volta nelle province di Frosinone (con un tasso di disoccupazione giovanile del 50,2%) Latina (48,5%) e Viterbo (48%) seguite da Roma (44,9%) e Rieti (44,7%) con valori sempre superiori alla media nazionale. Anche nella fascia 25-34 anni, quella dei cosiddetti middle joung, il 2013 registra una crescita record, attestandosi l’indice di disoccupazione al 17,3% (17,7% in Italia) a conferma di una criticità di ingresso nel mercato del lavoro che investe anche i giovani con più elevati livelli formativi. La problematicità della questione occupazionale giovanile appare ancora più ampia considerando il fenomeno dei Neet, ovvero quei giovani (15-29 anni) che non lavorano, non studiano e non svolgono alcuna attività di formazione, i quali nel 2013 hanno raggiunto nel Lazio le 208,3 mila unità (2,4 milioni in Italia), con una crescita del 9,9% rispetto al 2012 (+18,7 mila in valori assoluti e +76 mila rispetto al 2008); conseguentemente l’incidenza dei Neet sul totale della popolazione di 15-29 anni è salita nel Lazio dal 15% del 2008 al 23,6% del 2013 (dal 19,3% al 26% in Italia), collocando quasi un giovane su quattro fuori da qualsiasi canale di partecipazione attiva alla vita economico-sociale del territorio».

  1. Purtroppo, la situazione generale è veramente tragica, in tutta la Regione e in tutto il Paese. A Latina le cose peggiorano anche perché, come avviene nel resto d’italia, da diversi anni le aziende più grandi e le multinazionali stanno abbandonando la nostra zona: la vacca grassa della cassa del mezzogiorno è morta e non è più conveniente rimanere qui a produrre, a causa dell’ISOLAMENTO geografico, infrastrutturale e … POLITICO del territorio.Non abbiamo accesso diretto alle autostrade, i politici non fanno nulla per incentivare le aziende a rimanere…

    A Roma, la situazione è leggermente migliore. Per cercare lavoro, tocca puntare alla capitale o andarsene al nord. Io non ho nemmeno preso in considerazione l’ipotesi d lavorare a Latina, ho mandato direttamente i curriculum a Roma.

  2. Ma come, i politici locali si fanno in quattro per questo territorio e voi vi lamentate?!!!! Hanno sempre dichiarato: “Più PILU pè tutti!”
    Votate Fazone&co e Latina rinascerà!!!!!!

  3. Importante è che il sindaco faccia la sua bella figura col pantalone a sigaretta e la giacchettina dalle maniche corte, ha cambiato 2 auto in 3 anni coi nostri soldi totale € 65mila, poi ha piazzato 2 city manager da 120-130 mila euro in totale, la citta va in pezzi e tutta la segnaletica è fuori norma

  4. diciamo la verita’ i giovani pontini non hanno voglia di lavorare,meglio passeggiare sulla pista ciclabile,un consiglio che vi do da commerciante assumete personale stranieno,meglio romeno piu’ adatti al lavoro e sicuramente piu’ umili.

  5. Secondo me è sbagliato anche non cercare nulla. E’ vero che in una situazione del genere ci si scoraggia non poco, e ci credo, ma bisogna sempre inviare curriculum, anche per attività non connesse al tipo di studi in corso o appena concluso. La cosa migliore da fare, mi ripeto, è provare fuori provincia. A Latina ci sta rimanendo poco e nulla, per lavorare tocca veramente farsi raccomandare e non è detto che ti assumano con un contratto regolare. A Roma ci sono più possibilità. E’ vero che tocca “sacrificarsi” di più dato che bisogna alzarsi molto presto tutte le mattine e si puo’ tornar tardi la sera, ma è sempre meglio che rimanere inoccupati. Io lavoro a Roma… a Latina per il settore informatico, pagato decentemente, c’è poco e nulla