Giornata contro le mafie, Latina accoglie l’evento dedicato alle vittime

22/03/2014 di
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Un lungo elenco di vittime innocenti. Pronunciato in un silenzio che non è più solitudine, isolamento. E la commozione ha avvolto tutti quando al microfono, per diversi minuti, sono stati letti i nomi delle 900 vittime della mafia, dal 1893 ad oggi: da Giovanni Falcone a Paolo Borsellino a Peppino Impastato.

Minuti lunghissimi, per riflettere tutti insieme e trovare il coraggio per dire “no” alla criminalità organizzata. In 100mila hanno voluto essere a Latina, dove Libera ha organizzato la XIX edizione della Giornata dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.

Don Ciotti, in testa al corteo, si guardava intorno e annuiva al successo di questa : accanto a lui, studenti, anziani, ciclisti, famiglie e bambini, «un’Italia intera che si è data appuntamento». In mezzo a loro, il presidente del Senato Piero Grasso, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, l’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, ora in pensione, che a lungo ha guidato il pool antimafia di Palermo, il presidente della Commissione europea antimafia Sonia Alfano, il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi ma anche molti parlamentari pontini.

«Siamo venuti qui per affetto, stima e riconoscenza per questo territorio – ha detto Don Ciotti quando è cominciato il corteo – qui ci sono belle persone e belle risorse. Siamo venuti per cercare verità per don Cesare Boschin e tanti altri e per non dimenticare che le organizzazioni mafiose attraversano tutto il territorio e anche l’Agro Pontino».

Poi dal palco, quell’uomo dagli occhi chiari, lo sguardo dolce e una volontà di ferro, lancia una proposta: «Chiediamo che la politica decreti per legge che il 21 marzo sia la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Chiediamo che lo Stato riconosca questo giorno. Non ci sono più alibi».

I cittadini liberano slogan contro la mafia, portano i loro striscioni colorati, un messaggio positivo. Il presidente Grasso ricorda che «la lotta alla criminalità è una priorità per il Governo» e che «ci sono ancora familiari delle vittime delle mafie che aspettano i risarcimenti».

Anche il ministro Orlando è a Latina per dare un annuncio: «La risposta più urgente che possiamo dare è un rafforzamento degli strumenti per il contrasto alla criminalità economica, al potere economico delle mafie. Stiamo lavorando per dare a breve risposte in questo senso».

Poi arriva Rosy Bindi, che non assolve nessuno: «Oggi siamo tutti responsabili. I mafiosi sono forti perchè qualcuno si gira dall’altra parte, c’è qualcuno che pensa che ci si possa convivere o fare affari – ha aggiunto – Si deve dire di no con forza. Se da queste giornate ci sarà una persona in più che vuole fare la lotta alla mafia, abbiamo ottenuto un risultato importante».

E di uno “Stato vicino” parla il padre di Antonino Agostino, per tutti Nino, agente di polizia in servizio alla Questura di Palermo ucciso insieme alla moglie Ida, incinta di cinque mesi, il 21 giugno del 1989. «Ci siamo e ci saremo sempre. Non ci siamo rassegnati – dice Vincenzo Agostino – Ieri abbiamo incontrato un grande uomo, Papa Francesco. Le sue parole durissime contro le mafie non le dimenticheremo mai. Oggi abbiamo più coraggio e forse, per la prima volta, uno Stato che è dalla nostra parte. Ma una cosa chiediamo con forza alla politica: mai più passerelle».

A riassumere il senso della giornata e a spronare politica e cittadini, è stato ancora Don Ciotti: «Ci vuole coraggio, più atti, meno parole. Non basta commuoversi, bisogna muoversi. Ognuno si deve assumere la propria parte di responsabilità. Il dolore deve diventare testimonianza concreta e impegno», ha detto tra gli applausi, ricordando le parole del pontefice ai mafiosi: «Il Papa è stato chiaro: “piangete e convertitevi, in ginocchio vi chiedo di cambiare vita”». Una giornata bella, di speranza sulla quale pesano ancora le parole di Don Ciotti: «Non c’è strage in Italia di cui si conosca la verità».