Porto di Rio Martino, dal M5S dubbi sull’appalto

15/03/2014 di
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Un risparmio di soli 4.000 euro per un appalto di circa 5 milioni di euro. Lo evidenzia il Movimento 5 Stelle di Latina con una nota firmata da Bernardo Bassoli.

L’INTERVENTO DEL M5S. “In data 18 febbraio 2014,  a seguito della seduta pubblica per l’apertura delle offerte economiche espletata dalla Provincia di Latina – Settore Viabilità, è stata aggiudicata  (in via provvisoria) la gara di appalto per i Lavori di Riqualificazione del Canale di Rio Martino – 2° stralcio. Per 2° stralcio si intende la seconda parte dei lavori che interesseranno il Porto Canale di Rio Martino, dal momento che i primi lavori sono già stati ultimati.

La gara d’appalto è stata valutata attraverso il criterio dell’offerta “economicamente più vantaggiosa” secondo il quale i concorrenti presentano tre tipi di offerte – tecnica, tempo (durata dei lavori) ed economica. Ciascuna delle tre offerte ha (o dovrebbe avere) i suoi rispettivi punteggi massimi e minimi, e la loro somma può arrivare fino a 100 punti.

Pertanto le imprese partecipanti alla gara d’appalto hanno presentato ciò che la legge stabilisce dover essere l’offerta “economicamente più vantaggiosa”. Quest’ultima si compone di:

1) un’offerta tecnica riportante le migliorie tecnico-prestazionali-qualitative che si propongono di aggiungere all’opera. Punteggio min. 0 punti – max. 70 punti;

2) un’offerta tempo, nella quale viene proposta una riduzione dei tempi di esecuzione. Punteggio min. 0 punti – max. 5 punti;

3) un’offerta economica, nella quale viene fornito un ribasso sull’importo dei lavori. Punteggio min. 0 punti – max. 25 punti.

La normativa che regola queste determinate gare d’appalto (art. 83 del D.Lgs 163/2006 con conseguente decreto attuativo) tiene a tutelare, virtuosamente, il criterio di valutazione che premia più la qualità rispetto al prezzo, oltre che a sistematizzare un metodo, valido solo per l’offerta tecnica, che si avvale di una valutazione soggettiva (“ad insindacabile giudizio della commissione aggiudicatrice”). Di fatto l’offerta tecnica, di per sé soggettiva, può valere fino al 70% del punteggio totale, mentre le valutazioni oggettive, afferenti al tempo e al prezzo, coprono la torta per il restante 30%.

Nella seduta pubblica del 18 febbraio, l’ATI (Associazione Temporanea di Imprese), ossia il gruppo imprenditoriale che si è aggiudicato provvisoriamente i lavori di riqualificazione del porto, è composta dall’ICAD Costruzioni Generali srl e dalla ditta pontina Poseidon Service srl.

La gara per l’esecuzione dei lavori di Rio Martino è stata vinta da questo “gruppo” di società offrendoun ribasso dello 0,1% (vedi tabella). Se si considera che l’importo dei lavori a base di gara è di circa 5 milioni di Euro, possiamo già sapere che la Provincia ha intenzione di spendere l’intero ammontare dei soldi pubblici a disposizione, avendo accettato l’offerta economica più costosa. Lo sconto dell’ATI, infatti, ammonta ad appena quattromila Euro.

Il dato, che evidentemente non fa risparmiare nulla alle casse pubbliche, e di certo non frequente nella casistica degli esiti di gare analoghe, dovrebbe, però, far ben sperare in un progetto almeno eccellente dal punto di vista della qualità tecnica. Tuttavia, siamo, altrettanto evidentemente, nel campo della cristiana speranza.

Al di là dell’aspetto prettamente economico, vi sono ulteriori singolarità da evidenziare. Al fine di aggiudicarsi la gara d’appalto, l’ATI (Icad e Poseidon) vincitrice, presentando questo ribasso minimo, ha di certo sacrificato l’offerta di tipo economico a favore dell’offerta tecnica. Nel computo totale per stabilire il punteggio finale, infatti, l’ATI aveva pianificato certamente di acquisire meno punti nell’offerta economica (dove il punteggio andrebbe da 0 a 25), puntando ad ottenere il massimo punteggio nell’offerta tecnica (che andrebbe da 0 a 70). Se si presenta il minimo ribasso, è ovvio che non si punta all’offerta economica.

In realtà, Icad e Poseidon, nell’offerta economica, sono riuscite comunque ad ottenere ben 17,7 punti su 25 pur facendo lo striminzito sconto dello 0,1 %. Logica vorrebbe che il punteggio non fosse di 17,7, ma vicino allo 0, essendo lo sconto per le casse pubbliche nullo.

Tale attribuzione stona, di certo, con il punteggio pieno di 25 su 25 ottenuto, naturalmente, dal migliore offerente economico (la ditta 3RO srl) che, viceversa, ha praticato uno sconto del 29,3% (avrebbe fatto risparmiare molto). Per inciso, le restanti concorrenti (in tutto sono 10) hanno proposto percentuali di ribasso nella media del 16%. Quindi, senza dubbio, tutte le imprese hanno avanzato un’offerta economica meno dispendiosa rispetto a Icad e Poseidon.

Come è stato possibile per l’ATI di Icad e Poseidon ottenere un punteggio così alto (17,7 punti su un totale di 25 punti), pur presentando un misero 0,1% di ribasso?

Tale “proporzionalità ingiusta” è stata permessa dalla formula usata per l’attribuzione del punteggio economico, riportata nel Disciplinare di Gara (un “vademecum” per chi partecipa alla gara d’appalto che muta da gara e gara, preparato dagli organi competenti della Provincia), che viene dato dal rapporto tra l’importo della migliore offerta economica e l’importo dell’offerta economica in esame moltiplicato per 25.

Nell’offerta tecnica, viene stabilito un punteggio da un’apposita commissione composta da tre dirigenti pubblici (ad insindacabile giudizio). Se il lavoro che si presenta viene giudicato 2 o 70 si avrà 2 o 70, a differenza dell’offerta economica dove il punteggio è dato da una cervellotica frazione che penalizza chi punta ad ottenere un buon risultato facendo risparmiare soldi all’amministrazione pubblica.

Attraverso questa formula si riesce, quindi, ad attribuire solo valori compresi tra il 17,5 ed il 25 riducendo, di fatto, i punteggi dedicati al prezzo ad un intervallo di 7,5 punti (e non 25) contro l’attuale normativa che regola le gare d’appalto, e sicuramente in contrasto con la Deliberazione n. 12 del 10/04/2013 emessa dall’Autorità di Vigilanza dei Lavori Pubblici che stabilisce: “In caso di aggiudicazione secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la formula utilizzata dalla stazione appaltante per l’attribuzione del punteggio dell’elemento economico deve consentire di attribuire l’intero range dei punteggi, variabile da zero al massimo fissato nel bando di gara”. Pertanto il punteggio dell’offerta economica si sarebbe dovuto spalmare in un range (o intervallo) da 0 e 25, e non da 17,7 a 25 come effettivamente è avvenuto.

Naturalmente anche le altre imprese concorrenti erano o potevano essere a conoscenza di tale formula. Nessuna di queste però ha adottato la stessa strategia dell’ATI vincitrice.

Se nessuno ha utilizzato la stessa tattica è perché nessuno, forse, era sicuro di poter “staccare” gli avversari nell’offerta tecnica di un punteggio tale da dargli la sicurezza di vincere comunque.

Solo gli aggiudicatari provvisori si sono permessi di offrire uno sconto quasi nullo (ricordiamolo: appena 4mila Euro su quasi 5 milioni), sicuri che le loro proposte migliorative tecnico-prestazionali avrebbero ottenuto un punteggio talmente alto, secondo “l’insindacabile giudizio della commissione”, da concedergli la tranquillità di non volere quella fetta di torta di appena 7,5 punti che altre imprese, invece, si sono contese, inutilmente, nell’offerta economica.

È chiaro che un siffatto modo di appaltare opere pubbliche, che interessano la collettività sia per l’aspetto economico che per quello di tutela del territorio in cui si vive, non permette di avere la sicurezza che i soldi siano spesi al meglio.

Siamo sicuri – conclude Bassoli – che l’ATI vincitrice farà il miglior porto possibile per la città, ma averlo stabilito con una gara meno bizantina e più rispettosa delle norme, avrebbe consentito una più piena soddisfazione del cittadino”.

  1. eh già, qua qualcosa non quadra.. meno male ci sono i 5stelle a mettere in luce queste situazioni. ma come ha detto Bassoli, speriamo l’azienda smentisca il cinismo cittadino con un lavoro eccellente, che non faccia rimpiangere i 5 milioni spesi

  2. ICAD = Napoli, Pietro il Pescatore = Poseidon …. ne avrà da offrire di pranzi e cene ai funzionari della Provincia!!!

  3. Insomma. Icam come tutte le imprese campane hanno capito che con il Comune di Latina si lavora bene (vedi Urbania). L’aggancio e le conoscenze “giuste” per il bando gliele da’ poseidon. Insieme in virtu’ di un bando totalmente discrezionale e senza fare un centesimo di ribasso vincono la gara. Ah quanto sarebbe bello poter esaminare il lavoro fatto dalla commissione aggiudicatrice.

  4. Bello vedersi cancellare i commenti quando si sintetizza quello scritto nell’articolo, ma essendo stato scritto in modo troppo diretto probabilmente a qualcuno della Provincia non è piaciuto.
    Pazienza, quelli capaci di leggere tra le righe hanno capito quello che è successo nella provincia il cui presidente è interdetto e tutta la provincia lo difende.

  5. Nonostante i milioni di euro già spesi, il ”porto’ di Rio Martino è inagibile perchè insabbiato (effetto tinozza raccogli-sabbia) e le banchine sono interdette all’attracco delle barche perchè la Forestale sequestra le barche….
    In che mani stiamo, tra Provincia e Comune!

  6. esatto Marione53, il porto-canale sarà costantemente insabbiato, avrà bisogno di manutenzione costante a costi elevati.
    Esiste un problema idrogeologico della nostra costa dovuto all’erosione della stessa, fenomeno naturale già noto ai Geologi.

    Sarebbe bastato un semplice intervento a costi sostenibili di manutenzione ordinaria di riqualificazione e riorganizzazione del porticciolo per piccole imbarcazioni per rendere fruibile l’area, invece in Italia…..