Acqua e arsenico, incubo per i cittadini del Lazio

03/03/2014 di
acqua_spreco

Al Festival dell’acqua a L’Aquila, nell’ottobre scorso, l’allora ministro dell’Ambiente Andrea Orlando propose, come soluzione al problema dell’arsenico nelle forniture idriche, di aiutare le famiglie ad acquistare strumenti per la depurazione. Incentivi un pò come quelli previsti per le ristrutturazioni delle case. Oltre naturalmente a interventi sulle infrastrutture, cioè sugli acquedotti. Nel caso delle zone della periferia nord di Roma, dove il consumo e l’uso personale è stato vietato dal sindaco fino a fine anno, si tratta di adeguare gli acquedotti dell’Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio. In attesa che passino sotto la competenza dell’Acea, la municipalizzata romana che eroga anche energia elettrica. L’eccessiva concentrazione di arsenico nell’acqua potabile può provocare dopo un certo tempo infezioni intestinali e altri disturbi.

È un problema che riguarda soprattutto il Viterbese, ma anche alcune zone della provincia di Latina. Secondo Legambiente Lazio nella sola città di Viterbo riguarderebbe oltre 82 mila persone. In tutto il Lazio i comuni interessati sono circa 90, mentre in altre regioni (Lombardia, Toscana e Trentino-Alto Adige) la questione interessa solo alcune aree limitate. Complessivamente le persone coinvolte in Italia sarebbero quasi un milione, secondo il sito di un’azienda specializzata nella depurazione. Il problema nasce dall’adeguamento ai limiti di concentrazione dell’arsenico nell’acqua previsti dall’Unione europea (10 microgrammi per litro). Norme recepite anche in Italia, ma in alcune zone con una serie di deroghe prorogate per anni in attesa di adeguare gli impianti.

Le amministrazioni locali si sono impegnate a realizzare i cosiddetti “potabilizzatori” per depurare l’acqua, ma i tempi risultano lunghi. E nel frattempo i sindaci dei Comuni interessati – a rischio di multe – hanno dovuto promulgare ordinanze per vietare l’uso e il consumo dell’acqua quando i livelli di arsenico salivano troppo. Con conseguente impiego di autobotti per rifornire la popolazione, come a Roma. Una situazione che in certe zone dura da anni e che ogni tanto torna alla luce.

  1. Norme recepite anche in Italia, ma in alcune zone con una serie di deroghe prorogate per anni in attesa di adeguare gli impianti……deroghe, deroghe e ancora deroghe. Parole, parole…..
    Tra l’altro il Sig. Cusani (prossimamente parlamentare europeo) aveva detto che un po’ di arsenico fa bene alla salute!!