Aprilia/Io adolescente deportato a Dachau, vi racconto la mia storia

16/02/2014 di
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Ennio Borgia ha raccontato la sua storia di deportato nel lager di Dachau ad oltre 300 studenti dell’Istituto Garibaldi. È la storia di un adolescente che circa settanta anni fa si è visto privare della propria libertà e spensieratezza, una testimonianza viva e diretta che ha fatto presa nel cuore di tutti, professori e alunni.

In un silenzio profondo ed un livello concentrazione impensabile per un pubblico così giovane, si è svolta, così, una lezione di Educazione Civica su una delle tragedie più feroci della storia umana. Ennio Borgia, sollecitato dalle interminabili domande poste dai ragazzi, non ha risparmiato nulla di quell’orribile esperienza che l’ha visto vittima della ferocia nazista nel campo di concentramento di Dachau, a soli 16 anni. Le paure, le fughe, le umiliazioni, le torture, la dignità calpestata, la morte vista con gli occhi, la solidarietà nella solitudine e l’indicibile senso di disperazione diffuso.

“Non era credibile che si potesse sopravvivere con una fettina di pane e poco più al giorno, e che le SS fossero così cattive” racconta il signor Borgia nella sua intervista. E prosegue – Dobbiamo ricordare che quella non fu solo la persecuzione del popolo ebreo e che non ci fu solo Auschwitz ma anche Birkenau, Dachau, Mauthausen, Treblinka, Bełżec e numerosissimi altri ancora in Polonia come in Germania, in Austria, in Italia ecc.. Decine di migliaia di prigionieri di diverse nazionalità, quindi non solo ebrei, morirono a causa di maltrattamenti, soprusi e sevizie da parte dei nazisti. A Dachau, per esempio, oltre ai prigionieri politici e a detenuti comuni c’erano anche sacerdoti, omosessuali e zingari”.

Furono infatti 15.000 i campi creati in Europa negli stati occupati dalla Germania nazista, senza contare i piccoli campi installati ad hoc per la popolazione locale.

“Spesso la morte avveniva per impiccagione o per fustigazione ed i prigionieri venivano utilizzati come cavie per crudeli esperimenti medici, tra cui il congelamento e le prove di resistenza ad alta quota. Molti prigionieri con handicap fisici e mentali, quindi inabili al lavoro, vennero anche “gassati” su furgoni predisposti e migliaia di cadaveri cremati nei forni crematori del campo”.

La lezione si è chiusa con numerose foto ricordo, abbracci ed anche una canzone polacca che Ennio ha improvvisato commosso con un alunno polacco presente in aula. “E’ bene che i giovani continuino ad ascoltare queste testimonianze – si augura il signor Ennio – perché questi tragici avvenimenti non accadano mai più, in una società dove ognuno deve avere la possibilità di esprimere, in un pacifico confronto, la propria opinione, senza per questo essere considerato un nemico e sterminato come tale”.

Il signor Borgia è nato a Roma nel 1927 e attualmente vive ad Aprilia.