Operazione Movida, tra i beni sequestrati c’è anche la discarica di Borgo Montello

29/01/2014 di
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È Giovanni De Pierro, 64 anni, l’imprenditore cui la Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 270 milioni di euro.

I dettagli sono  emersi nel corso di una conferenza stampa negli uffici giudiziari di piazzale Clodio alla presenza del procuratore capo Giuseppe Pignatone, Ivano Maccani comandante del nucleo provinciale di Roma delle fiamme gialle, Cosimo di Gesù comandate del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, Gerardo Mastrodomenico del Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata).

I sigilli sono stati apposti sulla base di un decreto di sequestro emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale capitolino su richiesta del pm Giuseppe Cascini.

Auto e yacht di lusso, immobili, magazzini a Borgo Montello nei terreni dove si trova la discarica di Latina. Benchè incensurato, con numerose assoluzioni e con un solo rinvio a giudizio, secondo gli inquirenti De Pierro è un «soggetto socialmente pericoloso con propensione a delinquere» che ha «creato un vero e proprio sistema criminale».

Formalmente emigrato a Barcellona (di qui il nome «movida» dato all’operazione), l’uomo avrebbe operato «principalmente nella Capitale ma con interessi in tutto il territorio nazionale e in alcuni Stati Europei, dedito all’appropriazione indebita, alla truffa in danno di enti pubblici, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio/reimpiego di capitali illeciti, al trasferimento fraudolento di valori ed alla perpetrazione di reati tributari».

Il gruppo criminale avrebbe avuto una struttura piramidale che, utilizzando il paravento di numerose società formalmente amministrate da una vasta pletora di «prestanome», è riuscito, nel corso degli anni, da un lato, ad assicurarsi un elevato numero di appalti pubblici (specie nel settore dei servizi di pulizia e facchinaggio) e, dall’altro, a sottrarsi al pagamento di ingenti somme all’Erario, all’Inps, all’Inail ed agli Enti locali. Il tutto attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti ed avvalendosi di società che, dopo brevi periodi di operatività (due o tre anni al massimo), venivano cessate o poste in liquidazione, con contestuale intestazione delle medesime a «teste di legno» o nullatenenti (talvolta stranieri) o, ancora, trasferite all’estero.

Nell’ambito delle indagini sono state svolte indagini patrimoniali in diversi Paesi europei sul conto di 112 persone fisiche e giuridiche, operanti, in prevalenza, nel settore immobiliare, del commercio di autoveicoli, delle pulizie industriali, della gestione di servizi alle imprese e dei cantieri della nautica da diporto, con il fine di aggredire i patrimoni illecitamente accumulati.

In sostanza, De Pierro sarebbe riuscito ad accumulare un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare, del tutto incongruente con il profilo reddituale emergente dalle dichiarazioni dei redditi presentate ai fini fiscali. Tale sproporzione, unita alla qualificata pericolosità sociale, ha permesso di richiedere, ai sensi del «Codice Antimafia», l’applicazione della sorveglianza speciale. In particolare i sigilli sono stati apposti a patrimonio aziendale e relativi beni di 73 società, con sedi a Roma, Napoli e Milano (quattro operanti in consulenza amministrativa, 30 in servizi di sostegno alle imprese, nove nella pulizia, 8 holding, cinque in movimento merci, tre in locazione immobiliare, due in costruzione di edifici, due in noleggio di veicoli, due in costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive, una in servizi logistici relativi alla distribuzione delle merci, due nella compravendita di beni immobili, una in richiesta certificati e disbrigo pratiche«, una in altre attività professionali, una nella mediazione mobiliare, una nella valorizzazione e vendita immobiliare, una nel commercio all’ingrosso di imbarcazioni da diporto); patrimonio aziendale e relativi beni di 14 società estere, con sedi nel Regno Unito, Lussemburgo, Belgio, Costa Rica e Isole Vergini Britanniche, di cui due aventi domicilio fiscale a Roma; quote societarie di 15 consorzi, con sedi in Roma e provincia e nelle provincie di Latina e Livorno; 174 unità immobiliari (fabbricati e terreni), site in Roma e provincia, Avellino, Isernia, Milano e nelle provincie di Rieti, Frosinone, Sassari, Oristano, Livorno, Siena e Latina; 32 autoveicoli, 2 moto, 2 ciclomotori; 2 yacht di oltre 20 metri; numerosi rapporti bancari, postali, assicurativi, azioni. Il tutto appunto per un valore complessivo di stima dei beni sottoposti a sequestro di circa 270.000.000 di euro.

Tra i beni sequestrati anche degli immobili, magazzini, siti a Borgo Montello che sorgono »su un’area di proprietà della Capitolina Srl (società in liquidazione con sede a Roma in via Archimede) destinata a discarica della città di Latina – si legge nel decreto – Tale sito è stato oggetto, nel tempo, di diverse indagini da parte di diverse autorità giudiziarie, tra le quali la Dda della procura della Repubblica di Napoli in merito alla nota vicenda dell’interramento, avvenuto negli anni Ottanta, di fusti contenenti rifiuti chimici, altamente tossici, ad opera del clan dei Casalesi«.

«In due giorni siamo arrivati a sequestri per 424 milioni di euro, importo pari alla mini Imu», ha detto il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone.

  1. Speriamo che nei terreni trovino almeno una piantina di maria, così tanti bempensanti, a cominciare da colpadiscemen, grideranno “al gabbio!”.

  2. APRIRE SUBITO UNA SEDE DELLA DDA A LATINA.

    Non possiamo diventare la periferia di Roma o Napoli.

  3. @sconsolato si chiama colpadishemen e il compare merd-ito!!! Due falliti totali

  4. io penso che tutto quello che sta uscendo in questi 2 anni sia solo la punta dell’iceberg di 40 anni di abusi, mafia, malapolitica e che le ricchezze vere stiano in mano a un 5% della popolazione…ricchezze di cui non riusciamo neanche ad immaginare le proporzioni…avere più di 1000 appartamenti, sequestri da 270 milioni…significa che il patrimonio reale è almeno del triplo…famigle potenti, intoccabili, politicamente forti che pagano stipendi a dipendenti pubblici a tutti i livelli…non esiste soluzione a questo periodo storico se non la pressione del tasto RESET.

  5. C’è stata connivenza mafiopolitica? Procura se ci sei batti un colpo!!!