BIANCHI: SERVONO SUBITO CENTRI DI ACCOGLIENZA

14/09/2007 di
La relazione di Fabio Bianchi * sull’immigrazione e i problemi dei disagiati:
 
“La recente vicenda degli immigrati indiani senzatetto, privi di mezzi, ammalati, ripropone, in termini urgenti, il problema della carenza di strutture sociali per l’accoglienza nel territorio della provincia di Latina. Voglio velocemente ribadire che, nel caso di Latina, la positiva soluzione degli interventi è stata, ancora una volta, resa possibile da una sinergia tra enti. Nello specifico tra Provincia, Comune e Ospedale Santa Maria Goretti. Si tratta, però, di una soluzione che riguarda solo Latina, mentre nel restante territorio della provincia non disponiamo di procedure concordate.

 

A questo proposito è bene ribadire che richiedono accoglienza non solo gli immigrati, ma diverse altre categorie a rischio sociale e comuni cittadini che, per molteplici vicende avverse, come uno sfratto, la separazione, la perdita del lavoro, si trovano senza mezzi e senza casa.

Le preziosa esperienza che abbiamo potuto realizzare, grazie all’attività della sala operativa sociale (num.800585200), che coordina le unità di strada angeli custodi, ci ha permesso di toccare con mano quanto siano presenti e diffuse queste situazioni. La comunità Valle della Speranza, in 18 mesi, ha accolto quasi duecento persone. Un numero di gran lunga inferiore alle reali emergenze presentate. Nondimeno la risposta che siamo riusciti a dare è stata spesso inadeguata o insufficiente. In mancanza di altro abbiamo inviato a Valle della Speranza anche famiglie con minori. Questa comunità svolge un ruolo positivo e prezioso. Il problema è che, a Valle della Speranza, sotto lo stesso tetto, vi sono anche detenuti, tossicodipendenti, stranieri senzatetto, alcolisti.

E’ del tutto evidente che occorre organizzare una diversa rete di servizi. Sotto questo punto di vista uno dei punti più dolenti è la mancanza, in provincia di Latina, di una rete pubblica di case protette per anziani. Dove gli anziani , privi di famiglia e di mezzi sufficienti a pagare le alte rette richieste dai privati, possano vivere in modo dignitoso. Strutture che offrano un servizio essenziale, ma qualificato e controllato. Manca, inoltre, nel nostro territorio, una rete di residenze sanitarie assistenziali. dove possano essere accolti anziani, non più autosufficienti, che non vengono ricoverati in ospedale, perché la loro patologia non è acuta. L’unica rsa operante, quella di Aprilia, è una convenzionata di 3° livello con profilo assistenziale elevato che ha, costantemente, una lunga lista di attesa.

Vi è, inoltre, urgenza di comunità in grado di accogliere e curare, in condizioni di prima emergenza, tossicodipendenti e alcolisti. Così come l’aumento della presenza di prostitute minorenni, evidenzia l’urgenza di organizzare percorsi di accoglienza specializzati per minori vittime della tratta. Nell’attuale situazione, le bambine prostitute, affidate a case famiglia generiche, fuggono dopo qualche ora per riconsegnarsi ai loro sfruttatori. ( su quest’ultimo argomento stiamo organizzando un seminario che si svolgerà a Latina il prossimo 6 ottobre).

Il problema centrale, è evidente , è quello delle risorse. Questione complessa che presenta aspetti contradditori. Basti pensare che il costo giornaliero di una persona accolta in una struttura sociale è inferiore di quattro o cinque volte il costo di una giornata di degenza in ospedale. Ed è un dato di fatto che una rete sociale efficiente riduce la pressione e la domanda di assistenza che grava sulla sanità. Riduce i giorni di detenzione in carcere. Solleva il 118, il pronto soccorso, le forze di polizia, da numerosi interventi che sono chiamati a fare perché l’organizzazione della sicurezza sociale è carente.

Il motivo per cui ho deciso di proporre queste mie riflessioni è perché vorrei che tali

argomenti trovassero spazio costante nel dibattito politico quotidiano. Insieme a temi centrali per la crescita della nostra comunità, come l’aeroporto, il nuovo ospedale,le strade che mancano etc.

Per quanto mi riguarda farò quanto è nelle competenze della Provincia, affinché le risorse disponibili siano indirizzate in questa direzione. Continueremo ad assicurare la presenza delle unità di strada in tutto il territorio e la funzionalità della sala operativa sociale. Ma è evidente che l’ultima parola spetta ai distretti socio-sanitari, ovvero ai comuni e alla ASL, titolari del compito della programmazione sociale. In questa direzione una delle sollecitazioni più forti viene proprio dal personale dei servizi sociali dei comuni e dei pronto soccorso degli ospedali. Quest’ultimi chiamano spesso i nostri angeli custodi per persone ammalate e prive di mezzi. Persone sole che hanno immediato bisogno di assistenza, ma che non presentano patologie sufficientemente acute per essere ricoverate. Il personale della ASL chiede che siano portati presso strutture sociali, e i nostri operatori allargano le braccia, impotenti. Un vicolo cieco dal quale uscire al più presto. ”

* Fabio Bianchi 

Assessore alle Politiche Sociali