L’alpinista Daniele Nardi sfida di nuovo il Nanga Parbat

12/01/2014 di
daniele-nardi-latina24ore-56221825

Da solo, verso la vetta della Regina delle Montagne: parte la nuova sfida dell’alpinista di Sezze Daniele Nardi al Nanga Parbat (8125m) per realizzare la prima salita invernale. Lo stile sarà lo stesso del tentativo dell’inverno 2013, lo stile alpino.

L’obiettivo è terminare la salita dello sperone Mummery, la via più diretta del versante Diamir verso la vetta del Nanga Parbat mai percorsa prima. Nardi parte da solo e ad inverno inoltrato per evitare inutili competizioni con le altre spedizioni sulla montagna.

Daniele Nardi: “Sarò solo quest’inverno al Nanga Parbat, voglio capire cosa si prova ad affrontare una sfida cosi entusiasmante in piena solitudine. Per prima cosa sarà la scoperta di me stesso in questo ambiente maestoso e poi verrà la scalata. Può sembrare retorico ma mi ha sempre affascinato l’idea di avvicinarmi sempre di più alla pura solitudine per vedere come sarò in grado di reagire alla deprivazione sensoriale. Certo non sarà una solitudine totale, avrò cuoco ed un aiutante al campo base ma sarò completamente solo sulla montagna, no sherpa, no corde fisse no ossigeno durante la scalata. Sento che ci saranno momenti molto impegnativi. Sarà una lotta contro me stesso prima che con la montagna”.

“In questi ultimi 5 mesi mi sono allenato molto duramente sia fisicamente che tecnicamente per prepararmi nuovamente a questa sfida. Indubbiamente se Elisabeth Revol avesse deciso di accompagnarmi nuovamente , come accaduto durante la spedizione 2013, ne sarei stato felicissimo ma purtroppo non può. Spero comunque che all’ultimo momento cambi idea e che magari mi raggiunga al campo base…Inshallah”.

“So che le altre spedizioni hanno deciso di passare dal versante Rupal e posso capirlo. Rupal vuol dire Sud e quindi più sole durante la giornata, il versante Diamir è praticamente a Nord e si vede il sole tre ore scarse durante tutta la giornata. E’ dura anche al campo base sul versante Diamirai”.

“Avere Ralf Dujmovits con un’ altra spedizione al campo base è una fortuna, avere un europeo con cui scambiare qualche parola ogni tanto. Ci siamo sentiti ma lui è intenzionato a salire per la via normale, la via Kinshofer, io resto per lo sperone Mummery. Il mio primo obiettivo non è essere il primo a salire in vetta al Nanga Parbat, ma è salire lo sperone Mummery in stile alpino in inverno”

“Non mi piace la competizione in montagna, soprattutto su cose cosi delicate e difficili. L’anno scorso al Broad Peak c’è stata una tragedia che non va dimenticata e non va dimenticato quanto siamo sul filo del rasoio li su. Tutto deve essere perfetto. Non posso partire con l’idea di fare le corse per chi arriva primo, lo stile è più importante per me in questo momento.”
“Ho deciso di partire un mese più tardi dell’apertura dell’inverno soprattutto per questo motivo, volevo scrollarmi di dosso la pressione del dover essere il primo, io voglio essere il mio alpinismo e voglio capire se sarò in grado di mantenere questa idea fino in fondo o almeno finché la montagna me lo concederà, quando dirà no tornerò a casa “

“L’alpinismo per me è bellezza, esplorazione dentro e fuori è uno stile di vita e di pensiero, è libertà. Non posso ridurre il tutto a dei numeri, si ridurrebbe il mio stesso modo di essere nella vita. Le emozioni, l’avventura, idee nuove da percorrere, metterci tutto noi stessi, questo è quello che voglio, che sia il primo o il secondo o l’ultimo sarò sempre me stesso allora tanto vale perseguire le proprie idee e vedere praticamente se si è in grado di realizzarle”.
“Nel libro “In vetta al mondo” edito da Infinito edizioni e scritto con Dario Ricci pubblicato nell’aprile scorso parlo proprio di questo Ho cominciato su una piccola montagna di 1536m a sognare l’Himalaya e voglio continuare a sognarla e viverla con la stessa semplicità di una volta. Dario ha saputo interpretare molto bene questi miei valori nel libro. Sono felice che stia piacendo.”

La spedizione patirà da Fiumicino (Roma) il 20 gennaio, attraverserà Islamabad e Chilas ed arriverà al campo base a 4.200m del versante Diamir del Nanga Parbat.

Sul Nanga Parbat saranno presenti quattro spedizioni alpinistiche che tenteranno la scalata in prima invernale della montagna. Un’impresa storica riuscire a scalare il Nanga Parbat alto 8125 m. Dal 1988 ci sono stati 16 tentativi di ascese invernali, senza che alcuna impresa sia stata coronata da successo. Tutti i tentativi effettuati riguardano spedizioni su vie normali già battute e conosciute dagli alpinisti, la maggior parte di loro ha già scalato la montagna sulla stessa via nella stagione estiva. Il Nanga Parbat ed il K2 sono le uniche due montagne dei quattordici ottomila che ancora non è stata scalata in inverno.
A differenza delle altre spedizioni Nardi tenterà la scalata attraverso una via nuova, mai percorsa da nessuno lontano dalla competitività della prima ascensione. L’inverno è il periodo più ostile con temperature fino a 50° sotto zero, il vento a più di 100 km/h e le violentissime nevicate ed una parete alta 4000m rendono il Nanga Parbat la sfida estrema per eccellenza.