Mamma con il burqa, bambini spaventati a scuola. Scoppia il caso

17/09/2010 di
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Una donna islamica con il  burqa “spaventa” le mamme dei bambini di Sonnino. “Nessun razzismo – dicono – ma i nostri figli si spaventano e chiamano quella donna maestra nera”.  Non solo. “Sotto il lungo vestito potrebbe nascondersi chiunque, anche un malintenzionato che avrebbe libero accesso nella scuola” affermano alcune mamme intervistate dalla Provincia.

“Ci farebbe piacere poter scambiare qualche parola con lei all’ingresso e all’uscita dei bimbi – spiegano – anche per entrare in contatto con una realtà diversa dalla nostra. L’unica cosa che chiediamo è che dentro l’atrio della scuola scopra almeno gli occhi e la bocca. Con un semplice gesto rassicurerebbe noi mamme sulla sua identità e i nostri figli capirebbero che sotto il vestito scuro non c’è nessuna ‘maestra nera’ ma solo una signora come le altre che porta il suo bel bambino all’asilo”.

Le mamme stanno valutando una raccolta di firme. L’obiettivo potrebbe essere quello di arrivare direttamente al sindaco per chiedere un’ordinanza apposita. Qualcuno però è scettico e suggerisce di spiegare ai piccoli che la maestra nera è solo una mamma più coperta delle altre.

PARLA IL MARITO: NON TEMETE – Questo è un abito della nostra tradizione, non avete nulla da temere». Con pazienza Moustafa Addi, marito della donna che ha suscitato lo spavento dei bimbi di un asilo di Sonnino perché indossa il burqa per accompagnare la figlia a scuola, spiega che quel vestito «è solo un abito che indossano le donne del mio paese » e che dunque non bisogna spaventarsi. «Non c’è proprio nulla da temere», ripete ai tanti giornalisti che assediano la sua casa a Priverno, un centro in provincia di Latina. Moustafa Addi è l’imam della moschea di Priverno. Dunque segue i dettami della sua religione così come sua moglie e la sua famiglia.

LO PSICHIATRA – «I bambini si spaventano se ci spaventiamo noi. Fosse stato in un altro periodo storico, nessuno avrebbe detto niente». La vede così Maria Giulia Torrioli, professore associato di Neuropsichiatria infantile al Gemelli di Roma, la vicenda delle mamme di Sonnino, che hanno chiesto all’asilo di far togliere il burqa a una mamma che accompagna il figlio a scuola, perchè spaventa i loro figli.  «Se si tratta di una mamma che va a scuola, entra per lasciare il bambino ed esce poco dopo – spiega Torrioli – basta spiegare agli altri bambini che si tratta di una signora di un Paese e di una religione diversa, dove si porta il velo. Insomma l’adulto deve dare una spiegazione semplice e senza alcun preconcetto al bimbo, e lui non si spaventerà, nè avrà problemi». Diverso sarebbe se a portare il burqa fosse la maestra. «In quel caso – conclude la neuropsichiatra – se i bimbi italiani, abituati a guardare sempre in faccia la
maestra, se ne trovassero una di fronte con il volto completamente coperto, allora potrebbe esserci un problema, difficoltà a instaurare un rapporto con lei. Nei paesi islamici invece è diverso, perchè lì i bambini sono abituati a vedere le donne con il volto coperto».

COSA E’ IL BURQA (WIKIPEDIA) – Con la parola burqa (arabo: برقع, burqaʿ), alcune volte scritta burka) si indica un capo d’abbigliamento tradizionale delle donne di alcuni paesi di religione islamica, principalmente l’Afghanistan. Il termine burqa individua due tipi di vestiti diversi: il primo è una sorta di velo fissato sulla testa, che copre l’intera testa permettendo di vedere solamente attraverso una finestrella all’altezza degli occhi e che lascia gli occhi stessi scoperti. L’altra forma, chiamata anche burqa completo o burqa afghano, è un abito, solitamente di colore blu, che copre sia la testa sia il corpo. All’altezza degli occhi può anche essere posta una retina che permette di vedere -parzialmente- senza scoprire gli occhi della donna. L’obbligo di indossare il burqa appare conseguenza di tradizioni locali, indipendenti dalle prescrizioni religiose dell’Islam; infatti nelle norme coraniche ci si limita ad imporre l’obbligatorietà del velo.

  1. rimangono in parte incomprensibili le spiegazioni degli esperti, secondo me anche poco attinenti, insomma perchè centinaia di mamme e bambini italiani in ITALIA a casa propria devono adattarsi alle culture RISPETTABILI ma di pochi individui extracomunitari? Dovrebbe essere l’esatto contrario in rispetto della gente e paese ospitante! Siete mai andati in vacanza o per lavoro in paesi islamici? Provate a comportarvi con modalità occidentali e poi vedrete cosa vi succede, e non mi riferisco in ambiti villaggi o località prettamente turistiche, provate a girare nei paesi o città arabe con tradizioni integraliste con al collo una catenina con minuscolo crocifisso, oppure presentatevi all’aeroporto di queste città con una bibbia nella valigia, o peggio per le donne stare in luoghi pubblici con gambe schiena ed altro scoperte come se si fosse in una qualunque località italiana e vedrete cosa vi succede, la conseguenza è l’espulsione o la galera!
    In non pochi paesi arabi integralisti ai lavoratori occidentali o turisti che soggiornano per lunghi periodi viene ritirato il passaporto per sostituirlo con uno locale di colore diverso per distinguere l’infedele dal mussulmano cosa dovremmo fare in Italia? NON dico la stessa cosa perchè sarebbe incivile ed antidemocratico ma almeno far rispettare le nostra cultura, chiedere di mostrare il volto ad una donna islamica in un contesto particolare ospite di una nazione evoluta dove le donne sono emancipate significa vera integrazione culturale.
    Il paradosso delle spiegazioni degli esperti è che non considerano un dato di fatto, lo “straniero” se ha scelto d’emigrare per lavoro studio e far crescere meglio i propri figli deve adattarsi al luogo agli usi e costumi locali, non può pretendere che gli italiani dopo tremila anni di storia e cultura si adattino ai loro.

  2. Esatto Anophele, ma devono adeguarsi anche alle leggi, c’e’ un motivo preciso e importante (sicurezza) per cui e’ vietato andare in giro coperti, rompono le scatole agli italiani che giustamente protestano contro la politica e certi individui (polizia, ordine pubblico,. cortei) e poi non fermano chi gira in pubblico (e in luoghi ‘delicati’ come una scuola) per fargli rispettare la legge?

    E poi chi dice che i genitori NON devono temere e di conseguenza i figli?

    Ognuno ha diritto a credere (e temere) cio’ che vuole, e a battersi per attuare tutte le misure che crede giuste per se e gli altri atte a ‘difendersi’, personalmente non solo trovodeleteria la religione islamica e i costumi mussulmani ma che ‘pretendano’ di impolii a noi, legettevi Oriana Fallaci e capirete, sono loro gli arretrati, noi abbiamo mille difetti ma diversi dai loro e ci teniamo i nostri in ITALIA.

    Eppoi senza reciprocita’ non c’e’ giustizia: quando loro permetteranno a noi di fare come ci pare a casa loro anche loro potranno, nel giusto rispetto delle reciproche leggi, leggi che hanno un preciso senso, la liberta’ non deve sconfinare sino a limitare quella del prossimo. Inj realta’ in tutti noi vi e’ una precisa percezione di pericolo e di tentativo di sopraffazione, oggi posta cosi domani anche peggio… per non parlare del terrorismo e di come la loro religione lo approvi e lo sostenga.

  3. Almeno questa signora non si presenta e non sta tra i bambini in attesa di entrare a scuola con la sigaretta accesa tra le dita o al lato della bocca, come purtroppo tutti i giorno noto quando vado a portare o prendere un nipote a scuola, questa signora arriva deposita i suoi figli e va via per i fatti propri, sapete quel’è il vero problema? sono le nullafacenti che portano i figli a scuola e fanno comunella e criticare i genitori di quei bambini che non indossano abiti firmati o che ancora usano auto di 20 anni, perchè non ne hanno la possibilità e tra una chiacchera e l’altra riescono a fumare anche due tre sigarebbe, a beneficio della salute dei bambine e dell’ambiente. Sono d’accordissimo che costoro il burka lo usino all’interno delle loro moschee. e non pretendano come a fatto il PD la rimozione dei crocefissi dalle scuole e tribunali. se non gli sta bene nessuno li ha chiamati, anche se qualcuno li sotiene con la speranza di qualche voto.

  4. questi orrori dovrebbero essere proibiti. ti metti un foulard in testa, ok, ma questo è un abominio, e la multiculturalità non c’entra nulla, non è che se una cultura fa sacrifici umani la dobbiamo “accettare”. facessero uno sforzo per vivere non dico nel 2012, ma almeno nel 1812

  5. grazie al cielo siamo ancora liberi di fumare una sigaretta all’APERTO, che non fa male a nessuno.