Calcio, insulti razzisti ai giocatori del Watford. Maietta: “Non ci credo”

13/12/2013 di
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Nel 2013 parliamo di razzismo. Strano? No, non c’è niente di strano se l’ambito di parola e fatti è quello calcistico. Perché la cultura della minoranza del popolo italiano ha dimostrato di essere debole in quanto a insulti ai calciatori di colore. L’abitudine, seppur noiosa, ci porta in ogni categoria e su ogni campo di città. Non a Latina, si pensava o se ne era convinti.

L’episodio un poco oscuro è accaduto martedì sul campo della Sa.Ma.Gor. durante una delle partite del Memorial Karol Wojtila. A giocarsi la gara e l’accesso alla finale (si gioca questa mattina ndr) ci sono le squadre primavera di Latina e Watford. A un certo punto della gara il tecnico degli inglesi, tale David Hughes, percepisce dalla voce di alcuni giovani calciatori pontini degli insulti indirizzati a Bernard Mensah, promettente pallonaro d’origine africana. Le offese, però, non vengono accolte da nessun altro addetto al gioco del calcio ammesso sul campo. Tranne che da Huges, appunto, che decide di portare i suoi ragazzi negli spogliatoi quando il parziale era sull’uno a zero in favore del Latina. Morale della favola, il Watford se ne va dal torneo Wojtila e i nerazzurri approdano in finale col benestare dei giudici della manifestazione che assegnano il tre a zero a tavolino.

La storia così com’è andata non ha luce su nessun particolare. Non sappiamo se gli insulti siano arrivati davvero perché nessuno (tranne Hughes) è testimone dell’accaduto. Nelle ore scorse Gianfranco Zola, manager del Watford, ha espresso il suo disappunto sulla vicenda dichiarandosi dispiaciuto ma desideroso di indagare sui fatti per capire se esiste il reale coinvolgimento delle parti. Il vicepresidente del Latina Pasquale Maietta, padre italiano e madre etiope, ha difeso i colori nerazzurri e la città pontina: “La nostra non è una città razzista. Lo dimostra il fatto stesso che io sia stato eletto in Parlamento, pur essendo di colore. Per cui non credo assolutamente a questa vicenda di insulti razziali”. Insomma, parlare di razzismo nel 2013 fa sempre un certo effetto e produce un grande dispiacere. Soprattutto quando l’argomento è legato allo sport più amato e praticato nel mondo, soprattutto quando a giocarsi la partita sono dei ragazzini.

  1. Maietta: “La nostra non è una città razzista. Lo dimostra il fatto stesso che io sia stato eletto in Parlamento, pur essendo di colore” stendiamo un velo pietoso su come sei andato in parlamento..

  2. tra l’altro stenderei anche un velo pietoso sul fatto che non sia una città razzista…. e questa volta non per gli immigrati… ma per i nativi.!!!!! (manica di fasc…. da 4 soldi…)… Pur non essendo io un simpatizzante di maietta… ovviamente per altri motivi….

  3. facile generalizzazione tendente al qualunquismo più becero la tua…..

  4. Lo sappiamo che non è razzista, mica rifiuta il voto degli zingari, anzi……

  5. se sei razzista il problema (o pregio.. dipende dai punti di vista [tanto per smentirti il mio presunto qualunquismo]) è tuo… non mio….. a me il fatto di rispettare il tuo punto di vista (benchè deprecabile) non tanto nel suo concetto intrinseco… quanto nel tuo diritto di averlo……

  6. Anche noi non crediamo ciò che dicono di te …si dice che sei un balordo una testa di legno per giri zozzi, no no no! noi non ci crediamo!!!