L’intervista/Del Giaccio: “Vi racconto la Latina Segreta”

03/12/2013 di
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“I cronisti che arrivano in città per un solo giorno pensano di scoprire l’acqua calda. Il tombino con la scritta Littoria lo trovi ovunque, così come il parco Mussolini (che è dedicato ad Arnaldo, fratello di Benito) o il canale nominato in favore del Duce, fondatore del luogo”.

Racconti, aneddoti, critiche e questioni che pochi conoscono. Si fa fatica a pensare che davvero non esistano due città speculari chiamate Latina. Appunto, si chiama “Latina segreta” (Historica Edizioni), il libro scritto dal giornalista Giovanni Del Giaccio e che sarà disponibile per i lettori da giovedì 5 dicembre, quando sarà presentato nella Pinacoteca comunale.

Il volume si lega a una serie di manoscritti che la casa editrice attenta ai fatti storici sta dedicando a molte città d’Italia e i proventi verranno interamente devoluti alla Lilt (Lega italiana tumori). Del Giaccio ci ha raccontato come vive un cronista di provincia, gli aspetti positivi e negativi della città di Latina.

Partiamo dalla città di Latina provando a pensare di dividerla in due: è vero che esiste la Latina che si conosce e quella segreta?

Non esistono due Latine: esiste una Latina ufficiale che è quella che viviamo tutti i giorni e una che si trascina da decenni una visione di stereotipi e luoghi comuni che nel libro vengono raccontati da un cronista e da un’ottica privilegiata che è quella di un quotidiano.

Quando hai scritto questo libro pensavi come cronista o cittadino?

Sono pontino d’adozione e ho pensato di scrivere questo libro da cronista. Ho provato a raccontare aneddoti che conoscevo. Uno in particolare è quello della discarica che doveva chiudere un lunedì e invece sta sempre lì. Anzi si è ampliata. Poi, volevo fare qualche critica al mondo politico e dell’amministrazione che tratta la città con troppa facilità.

Il 24 novembre il giornalista Antonello Caporale scrive sul Fatto Quotidiano: “La giovincella (riferendosi a Latina ndr) è infatti assai viziosa e in questo spicchio laziale arato dai coloni, ma trascurato dalla stampa e dalla tv, si produce la più estesa e malandrina farcitura di criminalità organizzata, delinquenza finanziaria e devianza politica”

Nel libro parlo degli interessi della cosiddetta “Quinta mafia” in ricordo dei delitti di cronaca che seguivo in piazza Orazio e zone limitrofe. C’era la criminalità locale che andava saldandosi con le altre criminalità. Ho grande rispetto per l’autore dell’articolo. Ma non è vero che la stampa trascura Latina. I cronisti che arrivano in città per un solo giorno pensano di scoprire l’acqua calda: il tombino con la scritta Littoria lo trovi ovunque, così come il parco Mussolini (che è dedicato ad Arnaldo, fratello di Benito) o il canale nominato in favore del Duce, fondatore del luogo. Quindi, c’è criminalità che, purtroppo, è legata a una reazione. Se arresti un membro di un clan mafioso ci sarà sempre il successivo che continuerà a fare le stesse cose del precedente. Questi personaggi sono difficili da debellare ma quello che pare incontrollabile sono i “colletti bianchi” che fanno investimenti finanziari senza essere scoperti, o al massimo vengono scoperti dopo aver concluso l’operazione.

Nel libro riveli cose ed elementi che per alcuni sono sconosciuti. Segreti, appunto. Come il parco Arnaldo Mussolini.

Quel parco verrà sempre chiamato “I giardinetti”. Così come per i quartieri Q4 e Q5. È inutile chiamarli Parco Arnaldo Mussolini, Nuova Latina e Nascosa. Sono i cittadini a dare i nomi a uomini e cose, non i politici.

Latina viene dipinta come una città ricca di questioni negative. Proviamo a capovolgere il quadro: ci sono aspetti positivi?

Ci sono ma vengono sottovalutati. Il mare è uno di questi. Un litorale valorizzato come il nostro non ha nulla da invidiare a quello di altre realtà. Il problema è che per decenni è stato lasciato al proprio destino. Servirebbero prezzi adeguati e strutture giuste. E poi ci sono diversi beni storici e architettonici come già il fatto stesso che la città è stata fondata nel periodo fascista. Come dimenticare il parco di Fogliano? Non c’è soltanto la panchina di Tiziano Ferro che guai a chi la tocca perché c’è scritto “xdono”, come il titolo della sua prima canzone. Conoscere questi aspetti dal punto di vista del cronista è meraviglioso perché spesso sei il primo a sapere le cose.

Appunto: com’è fare il cronista in questa città?

Lo fai scontrandoti spesso con poteri forti. Ma non tanto nella città di Latina, ma in provincia. Abbiamo avuto un presidente che ha parlato di associazione a delinquere a mezzo stampa; abbiamo querele che arrivano quasi ogni giorno. Questo perché i giornalisti, per loro definizione, danno fastidio. Non siamo arrivati agli spari, certo. Ma a intimidazioni a suon di querele, sì. Non è semplice soprattutto perché le persone per cui scrivi le incontri tutti i giorni. I rapporti con le fonti sono quotidiani e tu sei credibile solo se hai rispetto per queste. Magari dai fastidio se ti vai a cercare un documento ufficiale, anche se stai esercitando la tua professione.

“Latina segreta” è il tuo primo libro: a quando il prossimo?

In realtà sarebbe il secondo. Il contatto con l’editore è nato da un altro lavoro che per ora è scritto nella mia mente. Riguarda i danni da sangue, ossia quella serie innumerevole di trasfusioni errate, mancate comunicazioni, decessi e infezioni che meritano di essere raccontati. Vorrei narrare le storie di quelle persone che vengono risarcite da vive o da morte. Dunque, il prossimo lavoro è quello di andare in giro per raccogliere storie di questo genere. Ma non solo pontine, anche nazionali. A volte si passano odissee per ottenere un minimo di risarcimento. Ne racconto uno su tutti che è sconvolgente: una signora rumena ha contratto l’epatite e la prima cosa che si sente dire chiedere quando arriva all’ospedale è se fa la prostituta. Ecco, mi piacerebbe eliminare questo pregiudizio.

  1. Sì ma di segreto cosa c’è, mica si è capito dall’intervista…

  2. Fernando,non c’e’ prova’ comprati il libro, eheheheeh

  3. Io l’ho letto ieri sera il libro, fa
    Veramente pietà!!! Se vende 200 copie
    è anke troppo…1000 volte meglio pennacchi, che
    Tra l’altro l’autore del cacchio vorrebbe emulare ahime senza
    Fortuna perche questo testo è veramente ridicolo

  4. Latina e’ provinciale tutta apparenza tutta chiacchera senza sostanza potrebbe essere bellissima specie il centro ma e’ senza cura . A nessuno interessa. I cittadini sembrano avere letto banfield le basi morali di una societa arretrata…. leggetelo…

  5. Pure io me so’ accattato gliu libro e so’ scoperto che e’ bono p’appiccia’ lo foco deglio camino.