Venti fotografie per raccontare la crisi delle fabbriche pontine

28/11/2013 di
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Il 19 gennaio del 2011, dopo aver ricevuto una lettera di licenziamento la vigilia di Natale, 29 operaie di un ex stabilimento tessile di Latina si riuniscono in assemblea permanente. E’ il periodo più nero per la provincia pontina, le fabbriche chiudono, i lavoratori protestano, si moltiplicano i presidi e le vertenze. E loro, poche decine di operaie, stanno per dare vita alla più lunga occupazione femminile italiana, quella della Tacconi Sud. Una storia di resistenza civile e di diritti, scritta da un gruppo di donne che con la loro tenacia hanno accompagnato questa fabbrica in crisi verso una riconversione e una nuova vita.

Quella della Tacconi Sud è dunque una vicenda umana e sociale, sullo sfondo di un’Italia troppo occupata dal Rubygate, che apre una doverosa riflessione sul mondo del lavoro e sul suo cambiamento, sulla morte delle fabbriche e, in qualche caso fortunato, sulla loro rinascita. La storia della Tacconi Sud è raccontata nel documentario Atlantis – diretto da Massimo Ferrari e prodotto da MaGa Production – miglior documentario al Workers Unite Film Festival di New York, premio speciale della giuria alla Festa del documentario di Cortona, selezionato al Festival del cinema dei diritti umani di Napoli.

Da una parte c’è Rosa Giancola, operaia della fabbrica, che guida le sue colleghe in questa battaglia, cercando di condurre una nave alla deriva in un porto sicuro. Dall’altra c’è Margherita Dogliani, titolare della Dogliani di Carrara, “la fabbrica che sforna dolci e produce pensiero”, che ha aperto le porte alla cultura ed è andata oltre la logica del profitto. Il percorso umano e civile delle operaie si intreccia con la straordinaria esperienza della “fabbrica che pensa” di Carrara. Due destini che si incontrano e che raccontano una storia di donne che hanno avuto il coraggio e la forza di cambiare.

L’occupazione è durata 550 giorni e altrettanti notti, mentre fuori dallo stabilimento ormai fermo della Tacconi Sud, altre fabbriche chiudevano e altri operai cercavano di difendere il diritto al lavoro. Per questo si è pensato di accompagnare la prima proiezione di Atlantis a un più ampio evento sul lavoro e la crisi organizzato dal gruppo Per il Lazio del Consiglio regionale: la mostra fotografica “550 giorni di crisi e di speranza”.

Venti foto, dodici delle quali provenienti dall’archivio fotografico dei quotidiani locali La Provincia e Latina Oggi, firmate dai fotografi Nando Ginnetti e Enrico de Divitiis, che hanno documentato, nel periodo di riferimento 2010-2012, la cronaca della crisi in provincia: la chiusura di altre fabbriche del territorio, le proteste dei lavoratori, gli scioperi. Ogni fotografia scelta è accompagnata dai titoli dei quotidiani, curati dalle giornaliste Marica Pucinischi e Graziella Di Mambro, che guideranno gli spettatori lungo un percorso di riflessione sulla crisi vissuta dal territorio pontino. E’ la precarietà, quella del giornalismo, che racconta un’altra precarietà, quella delle fabbriche.

Altre otto foto sono invece firmate da altre due fotografe professioniste, Jamila Campagna e Sara Palliccia, che hanno realizzato due reportage artistici sulla lunga occupazione della Tacconi Sud. L’evento sarà aperto da un intervento dell’assessore regionale al Lavoro Lucia Valente, che incontrerà la stampa alle 19 al Teatro Cafaro di Latina. A seguire, alle ore 21, la proiezione di Atlantis.